Si è aperta con la visita all’Ospedale Pediatrico Niños de Acosta Ñú di Asunción, la seconda giornata di papa Francesco in Paraguay. Accolto dal Direttore, il Santo Padre è stato accompagnato nei reparti di degenza, rianimazione e oncologia.
L’accoglienza riservatagli è stata particolarmente calorosa, con un’imponente folla a salutarlo da dietro le transenne e Bergoglio è rimasto visibilmente commosso, quando dei bambini sono corsi ad abbracciarlo.
Pronunciando un breve saluto, il Vescovo di Roma ha esortato tutti i presenti ad essere “umili e spontanei come i bambini, che non hanno vergogna”.
Nel suo discorso – consegnato ma non pronunciato – interamente indirizzato ai piccoli pazienti, il Pontefice ha domandato loro: “Gesù si è arrabbiato qualche volta? Vi ricordate quando?”. E ha ricordato che, in sostanza, ciò avvenne soltanto “quando impedirono che i bambini si avvicinassero a Lui”, nel Vangelo di Marco si usa un’espressione che equivale a: “si riempì di rabbia” (cfr. Mc 10,13-15).
I bambini, pertanto, sono i “prediletti di Gesù”, ha ricordato il Papa. Non solo Gesù ama la compagnia e la vicinanza dei bambini, ma li porta anche come esempio, dicendo che, se non si diventa come loro, non si entra nel regno dei cieli (cfr Mt 18,3).
“I bambini stavano in disparte, i grandi non li lasciavano avvicinare, ma Gesù li chiamò, li abbracciò e li pose in mezzo perché tutti imparassimo a essere come loro. Oggi direbbe la stessa cosa a noi. Ci guarda e dice: imparate da loro”, ha proseguito Francesco.
Gli adulti, dunque, devono imparare dai più piccoli, dalla loro “fiducia”, “gioia”, “tenerezza” e della “capacità di lotta”, ha detto il Santo Padre, con riferimento alle patologie dei bambini ospedalizzati. “Sono veri lottatori! Vero mamme? Vero papà e nonni? Vedere voi, ci dà forza, ci dà forza per avere fiducia, per andare avanti”, ha aggiunto.
Per i genitori e i nonni di un bambino ricoverato o malato grave, “non è per niente facile” assisterlo in ospedale: ciò comporta “momenti di grande dolore, di incertezza […] di angoscia forte che opprime il cuore”, tuttavia ci sono anche “momenti di grande gioia” ma “non c’è miglior rimedio che la vostra tenerezza, la vostra vicinanza”, ha detto ancora il Pontefice ai piccoli pazienti del Niños de Acosta Ñú.
“E mi dà gioia sapere che tra voi famiglie vi aiutate, vi stimolate, vi sostenete a vicenda per andare avanti e attraversare questo momento – ha proseguito -. Potete contare sull’appoggio dei medici, degli infermieri e di tutto il personale di questa casa. Grazie per questa vocazione di servizio, di aiutare non solo a curare ma ad accompagnare il dolore dei vostri fratelli”.
Il Papa ha poi ricordato che “Gesù sta vicino ai suoi figli. Sta bene vicino, nel cuore. Non esitate a pregarlo, non esitate a parlare con Lui, a condividere le vostre domande, i dolori. Lui c’è sempre, ma sempre, e non vi lascerà cadere”.
Accanto a ogni bambino, c’è sua madre, quindi, “dove c’è Gesù c’è Maria, la Vergine di Caacupe”, ha poi concluso Francesco, chiedendo l’intercessione di Maria per i bambini del reparto pediatrico, ai quali ha chiesto di pregare per lui: “Sono sicuro che le vostre preghiere arrivano al cielo”.