“La famiglia, come chiesa domestica, è il luogo primo dove avviene la trasmissione della fede. È lì che spesso si scopre e si sviluppa la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. Allo stesso tempo la famiglia può essere il luogo dove una nascente vocazione può essere soffocata, se non è adeguatamente accompagnata e sostenuta”. Lo ha affermato don Michel Remery, vice segretario generale del CCEE, in apertura dei lavori ieri pomeriggio dell’Incontro Europeo Vocazioni in corso a Praga.
“Se si perde di vista l’idea che l’istituzione famigliare, è essenzialmente una comunità di fede per il benessere della coppia e dei loro figli, questo ha un effetto diretto sulla naturale armonia della vita familiare, e con essa sulla quantità e la qualità delle vocazioni”, ha avvertito Remery.
“Quando un giovane o una giovane – ha aggiunto – esprime un desiderio crescente di seguire Cristo in modo radicale attraverso un cammino di discernimento al sacerdozio o alla vita consacrata, la famiglia può sentirsi inadeguata e sola nell’accompagnare le domande, i dubbi e le sfide connessi con una scelta di vita così radicale”.
Oggi giorno, ha proseguito il sacerdote, “una tale scelta viene considerata come poco attrattiva e strana, tanto che spesso la stessa famiglia cristiana pone ostacoli e divieti ai giovani che considerano una tale vocazione. Chiaramente, il cammino verso la vocazione è un cammino personale di Dio con la persona chiamata, e la scelta è solo suo o sua. Allo stesso tempo, come cristiani, non siamo soli, e abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri”.
Pertanto, secondo il vice segretario generale del CCEE, “è necessario che l’intera comunità cristiana, la Chiesa, sappia accompagnare ed aiutare le famiglie a compiere insieme un cammino di discernimento e di maturazione di una eventuale vocazione alla vita consacrata o al sacerdozio”.
A confrontarsi sul tema Come accompagnare i giovani al sacerdozio e alla vita consacrata nella famiglia oggi sono giunti a Praga 72 partecipanti, di cui nove vescovi, assieme ai responsabili per la pastorale vocazionale e ai delegati delle Conferenze episcopali in Europa e delle Congregazioni religiose, provenienti da 20 Paesi europei e dalla Commissione per la Vita consacrata degli USA.
I lavori, che si svolgono a porte chiuse, si concluderanno giovedì 9 luglio con l’approvazione di un comunicato finale che sarà proposto in varie lingue nella mattinata di venerdì 10 luglio.