Sulle orme di Francesco, letteralmente. Cioè passo dopo passo, parola dopo parola, cercando di declinare il Magistero sociale del Papa nell’attività quotidiana del Movimento Cristiano Lavoratori e dei suoi servizi, che nella fattispecie sono quelli di assistenza fiscale e di patronato. È questa la ragione con cui nasce il documento Sulle orme di Francesco che il gruppo di lavoro Formazione ha redatto in questi giorni e che ZENIT è in grado di anticipare. Un documento interno, che però dimostra quanto sia complessa ed attuale la declinazione operativa del pensiero papale e in particolare di Laudato Sì, l’ultima enciclica sulla cura del Creato.
Il documento parte dall’appello di Bergoglio per «la sfida urgente di proteggere la nostra casa comune» che «comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale». Secondo il Mcl questo mandato lo può condividere «qualsiasi uomo di buona volontà, indipendentemente dal credo religioso» ma per gli iscritti al Movimento ecclesiale esso «è una forma di dialogo e viene accolto nello spirito che ha guidato l’apertura agli altri popoli e l’impegno profuso nella cooperazione internazionale e nel dialogo sociale a livello internazionale, culminato – in particolare – con le azioni di pace condotte a Sarajevo e con l’impegno quotidiano profuso dai nostri operatori in Moldovia».
La riflessione privilegia la parte economica dell’enciclica. Si sofferma sull’idea di decrescita, inquadrandola nella ricerca di un nuovo paradigma di sviluppo, cui «il Mcl aderisce convintamente, nella consapevolezza che l’insegnamento di papa Francesco è in piena continuità con il Magistero di Ratzinger, che predicava la sobrietà come riconciliazione con il Creato e restituzione sociale» e rileva che tali tesi sono state recepite nei documenti del XII congresso, «laddove si invoca una riforma del lavoro e del welfare che permettano di ricentrare il sistema economico sulla persona umana piuttosto che sul profitto, secondo una visione antropologica che è alla base dell’enciclica Laudato Sì e che si conferma focale nella Dottrina Sociale della Chiesa».
«La nostra è una decrescita responsabile: vogliamo che le risorse siano redistribuite non solo tra i Paesi ma all’interno dei Paesi, attraverso politiche sociali che facciano cardine sulla partecipazione dei corpi intermedi, che consideriamo la vera garanzia di costruire un sistema veramente democratico e partecipativo e quindi intrinsecamente equo» recita la nota del gruppo di lavoro. La quale, in seguito, si sofferma sulla condanna della finanziarizzazione dell’economia ma precisa che «le banche non sono tutte uguali» ed esorta le articolazioni territoriali del movimento a «premiare nei rapporti con il sistema del credito quegli istituti – come le Bcc – che cercano di sottrarsi a questa logica».
Il pensiero sociale del Mcl si arricchisce degli elementi forniti dall’enciclica: nel documento si esorta ad adottare «un nuovo paradigma culturale, fondato sulla visione antropologica cristiana, che permetta di comprendere le ragioni profonde per cui aborriamo la cultura dello scarto che è sottesa all’attuale paradigma socio-economico. Non dobbiamo avere paura di varcare la soglia della speranza, diceva Giovanni Paolo II, anche quando è faticoso.
Papa Francesco se ne rende ben conto e infatti ci ricorda le parole di Romano Guardini, laddove spiega che l’essere umano accetta gli oggetti ordinari e le forme consuete della vita così come gli sono imposte dai piani razionali e dalle macchine normalizzate e, nel complesso, lo fa con l’impressione che tutto questo sia ragionevole e giusto. Liberarsi degli attuali paradigmi di pensiero socioeconomico che non pongono l’uomo e il lavoro al centro dello sviluppo comporta un percorso sapienziale e un grande sforzo formativo che ci condurrà a riscoprire il fondamento religioso del bene comune, come indica papa Francesco» è il commento del gruppo di lavoro.
Il documento si conclude rintracciando nell’enciclica un’identità di vedute con il percorso ideale compiuto dal XII congresso del Mcl che aveva come tema il lavoro come “fattore di ripresa” e si poneva l’obiettivo di ricentrare l’economia sul primato della persona umana e del lavoro «come “relazione” tra esseri umani e momento di spiritualità cristiana».