La sua vicenda ha commosso l’Italia. Dopo aver ricevuto una telefonata di incoraggiamento da parte di papa Francesco, il 38enne Salvatore Mellone, in fin di vita per un male incurabile, ha ricevuto ieri pomeriggio l’ordinazione sacerdotale nella propria abitazione a Barletta.

Il nome di don Mellone era balzato all’onore delle cronache due giorni fa, quando si era diffusa la notizia della telefonata del Papa, il quale gli aveva detto: “La prima benedizione che darai, la impartirai a me”. La conversazione tra il Pontefice e il seminarista malato è stata successivamente confermata dall’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie e dal Pontificio Seminario di Molfetta, dove il neosacerdote si è formato.

Giornalista, scrittore e poeta, Salvatore Mellone è sempre stato impegnato in ambito cattolico e, prima del suo ingresso in seminario, ha lavorato per un anno presso l’Istituto delle Suore Marcelline di Bolzano.

La sua vocazione sacerdotale, tuttavia, è emersa tardi, intorno ai 34 anni. Distintosi per una vita di preghiera costante, per un impegno culturale sempre pronto all’approfondimento e per una grande sensibilità per il problemi del mondo contemporaneo, secondo quanto riferisce una nota della sua diocesi, Mellone si è dimostrato sempre “disponibile ad aiutare i suoi fratelli” ed “è stato punto di riferimento costante e discreto nella comunità”.

Poco meno di un anno fa, gli è stata diagnosticata una neoplasia all’esofago ed ha dovuto sottoporsi a cure intensive che, comunque, non gli hanno impedito di proseguire la sua formazione e venire ammesso tra i candidati al presbiterato e al diaconato.

Dopo attenta valutazione, con il nulla osta del Seminario Regionale che ne aveva seguito la formazione anche nei mesi di malattia, monsignor Giovan Battista Pichierri, arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie-Nazareth, dopo aver consultato la Congregazione del Clero, ha deciso di ordinarlo diacono e presbitero, avvalendosi delle prerogative che il diritto canonico riconosce ai vescovi in materia di ordine sacro.

“Le motivazioni di Salvatore non si possono ridurre semplicemente ad un desiderio personale di diventare presbitero, ma sono sostenute e avvalorate da un attento discernimento sulla chiamata, che ha sentito confermata in sé, anche nei momenti della malattia”, si legge nella nota dell’Arcidiocesi.

“La sofferenza – prosegue la nota - gli ha fatto percepire una più profonda comunione al mistero di Cristo, per una carità a servizio delle persone più sofferenti”. Accogliendo questa particolare testimonianza vocazionale, l’arcivescovo ha pertanto voluto coronare “un cammino serio e coerente, anche nella malattia”

Da parte sua, poco prima dell’ordinazione, Mellone ha affermato: “Oggi mi sento portato sulle spalle da Cristo; da sacerdote porterò la stola con Cristo, per la salvezza del mondo. Anche celebrare una sola Eucaristia per me sarà partecipazione reale al sacerdozio di Cristo”.

La cerimonia di ordinazione di don Salvatore è stata proiettata su un maxischermo nella parrocchia del Santissimo Crocifisso, seguita da un gran numero di fedeli amici e compagni di seminario.

In casa Mellone erano invece presenti soltanto l’arcivescovo, i familiari più stretti, il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, e la troupe di TV2000 per la registrazione video.

Durante l’omelia, monsignor Pichierri ha ribadito le ragioni della sua straordinaria decisione e, parlando della terribile malattia che ha colpito don Salvatore, ha detto: “Il dolore è nella carne, nello spirito gioia indicibile”.

A conclusione del rito di ordinazione, le campane del Santissimo Crocifisso hanno suonato a festa, tra la commozione dei presenti.

Dopo aver espresso parole di ringraziamento per il vescovo, per i sacerdoti, i compagni di seminario, i familiari, gli “amici diventati fratelli”, i medici, gli infermieri e i malati, incontrati durante il suo calvario, don Salvatore ha detto: “Non posso abbandonarvi sul più bello”, perché “ora Cristo mi dice di andare e portare conforto, una carezza a tutti”.

“Sono persuaso – ha aggiunto - che né morte, né vita, né angeli, né principati, né presente, né avvenire, né altezza, né profondità potrà mai separarci dall'amore di Dio”.

Ha poi concluso, adempiendo il desiderio espressogli per telefono dal Santo Padre: “Scenda sul Papa la benedizione di Dio onnipotente”.

Intervistato poi dalla Radio Vaticana, il neosacerdote ha dichiarato:“Ho una grande gioia da sempre ma in modo particolare in questi giorni questa gioia sta aumentando ancora di più”.

Parlando della telefonata ricevuta da papa Francesco, don Mellone ha confessato di aver provato “trepidazione” e “un po’ di imbarazzo” ma “con il cuore veramente pieno di gioia perché per noi tutti è un modello e per noi tutti è un maestro. Non possiamo fare altro che seguirlo, stargli dietro e benedirlo e continuare a pregare per lui”.