Lettura

«Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Nell’economia del Vangelo di Giovanni questo sesto capitolo sostituisce il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia. Qui Gesù parla al futuro («che io darò»), annunciando la consegna del pane spezzato nell’Ultima Cena e sulla Croce. Il Pane spezzato nella morte volontariamente affrontata è per la vita del mondo.

Meditazione

L’adesione a Gesù non è un atto scelto dall’uomo arbitrariamente, ma la risposta a una chiamata che qui è espressa con il verbo attirare. “Nessuno può venire a me se il Padre non lo attira”. Credere è entrare in un’orbita di attrazione e quindi di amore. Noi, a tratti, ne abbiamo fatto un puro frutto intellettuale, cose da capire, da sapere, verità da formulare in maniera precisa. Questa deriva intellettualistica è all’origine di tanti abbandoni. L’essere attirati (ovvero la fede come dono) nulla toglie all’atto libero che è richiesto come risposta all’amore che attrae. Chiedo nella preghiera di essere attratto, di entrare in una dinamica di innamoramento di Cristo che mi parla del Padre, d’avere lo sguardo e i pensieri del neofita che s’accosta per la prima volta alla fede cristiana. Non si tratta tanto di una stagione della fede (quando ero giovane…), ma di un atteggiamento interiore da conservare dove l’abitudine non spegne il fuoco. La mia fede è invecchiata o è maturata col passare degli anni? Essere attratti nel vincolo di amore tra il Padre e il Figlio (il Vincolo è lo Spirito Santo) è partecipare della comunione stessa di Dio che è vita. Nell’Eucaristia, aderendo a ciò che Gesù disse e fece nell’Ultima Cena e sulla Croce, noi respiriamo il respiro stesso di Dio e, nel fare comunione con Lui, entriamo in comunione con tutti i credenti di tutti i tempi. “Ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno” non è solo una promessa, ma quanto già accade nella Messa, dove, risorto con Cristo, cerco le cose di lassù dove Cristo siede alla destra di Dio. Avverto nella celebrazione dell’Eucaristia questo respiro cosmico?

Preghiera

Attirami a Cristo, o Padre, e poni nel mio cuore il desiderio di Lui al di sopra di ogni altro desiderio.

Agire

Mi concedo qualche momento di tranquillità e di contemplazione in qualche punto panoramico del mio paese («Sempre caro mi fu quest’ermo colle…»).

Meditazione a cura di mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it