"Il genocidio armeno, non meno importante di quello nazista"

Così Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio, alla presentazione di ieri, a Roma, del suo libro e di quello di Marco Impagliazzo sulla strage del 1915

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Anche la Comunità di Sant’Egidio si è voluta unire alle celebrazioni per il centenario del “Grande Male”, il genocidio che un secolo fa uccise un milione e mezzo di armeni. E lo ha fatto commemorando il tragico evento con due libri, presentati entrambi a Roma, nella sede della Comunità. Si tratta de “La strage dei cristiani” del fondatore Andrea Riccardi, storico ed ex ministro per la cooperazione internazionale, e “Il martirio degli armeni” di Marco Impagliazzo, attuale presidente di Sant’Egidio.

Alla serata era presente anche il cardinale Walter Kasper, il quale – come riferito dal Sir – ha sottolineato come il genocidio degli armeni è stata “una tragedia umana e cristiana”, oltre che “una pagina vergognosa del ‘900 chiusa troppo in fretta” e oggi “troppo spesso dimenticata”.

“Le violenze che hanno segnato in profondità quelle popolazioni sembrano non essere mai cessate: sono trascorsi cento anni e la persecuzione in Medio Oriente continua”, ha affermato il cardinale. “Anche oggi – ha aggiunto – oltre la frontiera turca, in Siria e in Iraq, i cristiani vengono perseguitati e sono vittime di violenze e torture. Oggi come allora si verificano deportazioni, massacri, rapimenti e si assiste alla vendita di donne e bambini. Nulla rispetto ad allora sembra essere cambiato, perché anche oggi si sta consumando una nuova pagina della morte dei cristiani d’Oriente”.

Secondo il cardinale, dunque, è “opportuno comprendere che la storia non è quella dei vincitori, ma quella delle vittime”, e, per far questo, “occorre una nuova prospettiva di speranza e di pace”.

Intervenendo, Andrea Riccardi ha ribadito che “il nostro contributo oggi deve essere quello di ricordare la strage dei cristiani e degli armeni, perché questo è l’unico modo che abbiamo per dare giustizia a tutte quelle persone massacrate e uccise barbaramente cento anni fa”. “Parliamo di oltre un milione di morti, bambini, donne e anziani che furono torturati e uccisi in vere e proprie marce della morte”, ha rammentato il fondatore di Sant’Egidio, definendo quello armeno “uno sterminio non meno importante di quello nazista verso gli ebrei”.

Ha pertanto ammonito l’Occidente sul rischio di tornare all’indifferenza che un secolo fa accompagnò “il primo genocidio del XX secolo”. “Cento anni fa – ha ricordato Riccardi – ci fu la sistematica eliminazione della minoranza cristiana presente da secoli sul territorio ottomano. Ma tutto accadde con il silenzio della comunità internazionale. L’auspicio è che, di fronte ai massacri che colpiscono oggi le comunità cristiane e yazidi in Oriente, l’Occidente non si riscopra di nuovo indifferente”.

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ZENIT Staff

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