È un grande dramma umano ed spirituale quello che vive il popolo del Venezuela. Lo testimonia mons. Tulio Luis Ramírez Padilla, vescovo Ausiliare di Caracas e direttore della programmazione di “Radio Maria Venezuela”, nonché responsabile dell’animazione pastorale del Centro della Arcidiocesi di Caracas. Ordinato sacerdote a Valencia, in Venezuela, e laureatosi presso l’Università Gregoriana di Roma, dove ha studiato Diritto Canonico, il presule ha vissuto 31 anni di vita sacerdotale. Ha ricevuto la nomina episcopale nel luglio 2011, esercitando poi il suo ministero nella suo terra natale, benché provenga dal clero dell’arcidiocesi di Valencia, dove ha svolto un apostolato fecondo in opere ed azioni. ZENIT lo ha intervistato.
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Qual è la situazione che vive il popolo venezuelano?
Il popolo venezuelano attualmente sta vivendo momenti di profonda riflessione. Per nessuno è un segreto la situazione attuale in Venezuela. La gente deve fare i conti con la scarsità di prodotti di prima necessità e la carenza di medicine. E’ evidente che per poter acquistare prodotti essenziali e le medicine, deve fare “code” interminabili, e questo rende molto difficile lo svolgimento dell’attività lavorativa. Un altro terribile problema è l’insicurezza: nel nostro paese regna un clima di violenza, causato dalla scatenarsi della delinquenza e dalla perdita dei valori umani. Questa situazione costituisce una sfida per la Chiesa, che continua incessantemente a sostenere il popolo, attraverso la promozione dei diritti umani e l’accompagnamento nella preghiera per tutti, in modo particolare per gli studenti privati della libertà. Questi giovani, reclusi nelle carceri di massima sicurezza, non è concesso visitarli. Abbiamo davanti a noi una società polarizzata, che ha grandi necessità non solo materiali ma anche spirituali. E’ fondamentale far giungere l’annunzio e la testimonianza del Vangelo a tutti questi fratelli che vivono nelle periferie esistenziali.
Più nel dettaglio, cosa sta facendo di concreto la Chiesa venezuelana per aiutare il suo popolo?
La Chiesa in Venezuela non è indifferente ai problemi e alle sofferenze della nostra gente; la sua missione è di impegnarsi per la promozione umana di tutte le istanze di comunione. In particolare la Conferenza Episcopale, attraverso analisi, documenti ed esortazioni, invita i fedeli a non perdere la speranza, proponendo il dialogo come via d’uscita alla crisi. Il dialogo lo deve proporre il Governo Nazionale, che è colui il quale è chiamato a proporlo. La Chiesa in Venezuela, animata da una fede sincera, si offre come mediatrice per garantire il dialogo e la riconciliazione nazionale.
In questo momento favorevole e di grazia – come si legge nei documenti del Concilio Plenario del Venezuela celebrato dal 2000 al 2006 – i pastori sono chiamati a proporre, a livello nazionale, la realizzazione di un percorso costituito dalla formazione di assemblee diocesane e parrocchiali, che animino una grande assemblea nazionale di pastorale per la Chiesa in Venezuela.
La Chiesa locale si impegna fattivamente ad aiutare il suo popolo con una buona formazione alla fede cristiana, per affrontare le diverse sfide e mettere in pratica le varie indicazioni contenute nei documenti del Concilio Plenario. Durante quest’ultimo anno vi è stata, inoltre, l’occasione di analizzare queste linee guida attraverso una fase di studio e di messa in pratica all’interno dei vari progetti comuni relativi “all’annuncio del Vangelo”, alla “predicazione Kerigmática”, alle diverse istanze di comunione, al sostegno della Chiesa venezuelana per la costruzione di una nuova società. Ma anche relativi alla cura della catechesi a tutti i livelli, all’audace promozione della pastorale vocazionale e al sostegno della famiglia, in vista del Sinodo del prossimo ottobre.
Alla luce di tutto questo, cosa può fare Radio Maria per sopportare le difficoltà del suo popolo?
Radio Maria Venezuela, tramite la promozione del programma: “Mano nella mano con le parrocchie”, si fa presente nelle parrocchie dell’Arcidiocesi di Caracas, promuovendo il culto divino, la predicazione kerigmatica e la missione evangelizzatrice. Cosi stiamo diffondendo i valori più semplici, sia quelli umani che quelli evangelici. Tramite la sua programmazione, l’emittente ha proposto ai vari conduttori di rimanere sempre uniti e di non restare indifferenti davanti alle realtà che si vivono ogni giorno, soprattutto sostenendo i radioascoltatori con parole di incoraggiamento, di forza e ottimismo, parole cariche di contenuti di fede e di tanta speranza, che è la virtù che regge il nostro pellegrinare giorno per giorno.
Come dare speranza a una Chiesa e una nazione che vede molte incertezze nel suo futuro?
La Chiesa in Venezuela, oggi più che mai, continua incessantemente a porre la sua speranza nel Signore, sapendo che soltanto in Lui si trova il futuro della nostra amata Repubblica, popolo e nazione, consacrata al Santissimo Sacramento dell’Altare. Essa vuole essere una Chiesa unita, che cammina con speranza nei sentieri della libertà. Una Chiesa che vive in una società polarizzata, con ideologie diverse fra i suoi fedeli, i quali hanno bisogno di acoltare una parola per diventare eco dell’invito di Papa Francesco al dialogo trasparente, al riconoscimento delle diverse istanze e alla riconciliazione.
Attualmente la Chiesa venezuelana non possiede mezzi di comunicazione; è molto limitata soprattutto nel campo dell’editoria a causa della scarsità di carta per stampare. Radio Maria è una delle rarissime eccezioni di un mezzo di comunicazione cristiano. Per mezzo di essa la Chiesa vive con responsabilità la sua missione di annunciare il Vangelo e la promozione dei valori fondamentali dell’uomo. Radio Maria, sostenuta dai nostri legittimi pastori, successori degli Apostoli, e delle altre istanze di comunione, conduce un lavoro veramente missionario ed evangelizzatore.
Per questo è veramente una grande benedizione per la missione della nostra Radio Maria avere l’appoggio del cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, cosi come dei vescovi ausiliari di Caracas. Inoltre abbiamo molti programmi condotti da presbiteri, diaconi e religiose. Ripeto, è una vera benedizione di Dio, e al contempo una sfida molto grande per la nostra emittente.