Don Bosco, il santo che portò allegria nelle periferie

La personalità e il carisma del fondatore dei salesiani raccontati da don Roberto Spataro, docente della Università Pontificia Salesiana

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Chi era don Giovanni Bosco?

Un santo! E, come tale, un messaggio vivo, sempre attuale per la Chiesa e per la società. Sì, la santità di don Bosco riassume i vari tratti della sua personalità. Lo aveva notato con acume san Giovanni Paolo II, il quale, nella lettera Iuvenum Patris (1988), mise in evidenza la reciprocità tra la genialità educativa di don Bosco e la sua santità: “Egli realizza la sua personale santità mediante l’impegno educativo vissuto con zelo e cuore apostolico. Sa proporre, al tempo stesso, la santità quale meta concreta della sua pedagogia. Proprio un tale interscambio tra «educazione» e «santità» è l’aspetto caratteristico della sua figura: egli è un «educatore santo», si ispira a un «modello santo» – Francesco di Sales -, è un discepolo di un «maestro spirituale santo» – Giuseppe Cafasso -, e sa formare tra i suoi giovani un «educando santo»: Domenico Savio.”

D’altra parte, non è facile riassumere in una sola definizione la ricchezza pluriforme della personalità di don Bosco. Un suo attento studioso, Pietro Brocardo, scrive: “Di don Bosco si poteva dire infatti che era insieme: gioioso e austero, schietto e rispettoso, esatto e libero di spirito, umile e magnanimo, tenace e duttile, tradizionale e moderno, ottimista e previdente, diplomatico e sincero, povero e fa la carità, coltiva l’amicizia ma non fa preferenze, rapido nelle concezioni prudente nell’esecuzione, ama le cose fatte bene ma non è un perfezionista, vede in grande ma ha il genio del concreto, audace fino alla temerità avanza con circospezione, sa farsi amico l’avversario ma non abdica ai suoi principi, dinamico non estroverso, coraggioso non temerario, volge tutto ai suoi fini ma non manipola le persone, educa prevenendo e previene educando, fugge col mondo – vuole essere all’avanguardia del progresso – ma non è del mondo”. Non sorprenda questa serie di coppie di qualità apparentemente in opposizione. Un eccellente maestro di spirito, il Padre Marie-Eugène de l’Enfant-Jésus, dichiara che questa tensione, risolta sempre dall’azione di sintesi operata dallo Spirito Santo, è tipica delle anime che sono lavorate dalla Grazia divina.

Per finire, nel rispondere alla domanda che Lei mi rivolge, “chi è don Bosco”, Le propongo ciò che don Bosco stesso avrebbe detto. Sono sue parole testuali. Ci aiutano a collocare questo grandissimo personaggio nel contesto in cui visse. Ecco le sue parole. “Eccellenza! Sappia che don Bosco è prete all’altare, prete in confessionale, prete in mezzo ai suoi giovani, e come è prete in Torino, così è prete a Firenze, prete nella casa del povero, prete nel palazzo del Re e dei ministri!”. Con queste parole schiette e coraggiose, don Bosco intraprese la sua conversazione con Bettino Ricasoli, Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia, nel Dicembre 1866, quando fu ufficiosamente incaricato di appoggiare la missione diplomatica affidata al Commendatore Michelangelo Tonello per giungere ad un accordo tra lo Stato italiano e la Santa Sede, a proposito delle numerose sedi episcopali vacanti, in pieno processo risorgimentale. In queste parole si riassume l’attitudine assunta da don Bosco, cittadino piemontese fedele alla monarchia sabauda, prete cattolico fedelissimo al Papa, durante lo svolgimento del Risorgimento italiano che coincise, in buona parte, con la parabola della sua luminosa esistenza. Don Bosco, infatti, nacque nel 1815, l’anno della conclusione del Congresso di Vienna e del principio della restaurazione delle monarchie prenapoleoniche, e morì nel 1888, quando il Regno di Sardegna, in cui era nato, non esisteva più e al suo posto c’era il Regno d’Italia, con Roma capitale, violentemente sottratta al Pontefice nel 1870. Insomma, don Bosco è un santo, un pedagogista, un prete.

In che modo si è manifestato il carisma di don Bosco?

Il carisma di don Bosco si è manifestato gradualmente. Gli inizi sono stati umili: alla periferia di Torino, in una tettoia trasformata in ambienti per l’oratorio. Soprattutto, mi pare rilevante il fatto che il carisma educativo di don Bosco si sia espresso sotto l’urgenza delle necessità concrete che egli incontrava: ai giovanissimi lavoratori che popolavano la Torino degli anni ‘40 e ‘50 del secolo XIX, ha offerto ciò di cui avevano bisogno, l’amicizia di un adulto, l’educazione religiosa, un sano uso del tempo libero, ed ecco che nasce l’Oratorio festivo; a mano a mano, si accorge che hanno bisogno di istruzione, ed ecco le scuole serali. Se si leggono i giornali dell’epoca, ci si accorge che i “grandi” cominciavano ad accorgersi di questo “carisma” e le valutazioni sono tutte piene di entusiasmo e di ammirazione per questo prete che va incontro alle sfide educative di quel contesto. Successivamente, arrivano i primi ragazzi bisognosi di ospitalità e dà loro un tetto ed una famiglia, attorno a Mamma Margherita, la sua mamma che speriamo di vedere presto elevata agli onori degli Altari.

Poi sorge il bisogno di un’educazione al lavoro: nasce l’epopea della formazione professionale salesiana con i primi laboratori di Valdocco. Ci sono poi ragazzi con doti intellettuali più sviluppate e don Bosco fonda anche le scuole di indirizzo umanistico. Si presenta l’emergenza dei giovani emigrati in America Latina e don Bosco manda i missionari. I primi vanno in Argentina, a Buenos Aires. Molti anni dopo, questa storia si intreccia con quella della famiglia Bergoglio: i disegni di Dio! Insomma, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, don Bosco avvia sempre nuove iniziative educative e pastorali, affinando anche il suo approccio pedagogico, fino a teorizzare il Sistema Preventivo, un gioiello di inestimabile valore per la Chiesa e per la società.

Perché questo umile Santo ha riscosso un così grande successo?

Le ragioni del successo sono certamente legate alle circostanze storiche: don Bosco, come altri santi “sociali” – anche se l’espressione, le confesso, non mi piace molto, perché la trovo riduttiva e perché tutti i santi sono “sociali” – offre risposte pratiche alle povertà create dalla rivoluzione industriale e dallo stato liberale. Tuttavia il successo del “fenomeno salesiano”, come disse una volta il Beato Papa Paolo VI, è legato ad un fatto che trascende i tempi e i luoghi: i giovani hanno sempre bisogno di essere amati per crescere armoniosamente e don Bosco corrisponde a questa urgenza con il suo Sistema Preventivo, un approccio educativo completo, che mira alla formazione della persona nella sua integralità, ragione e fede, natura e grazia, educazione ed evangelizzazione.

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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