Una città che “bolle” in attesa della visita del Santo Padre, il quale è a sua volta “commosso” dall’idea di visitarla. A margine del suo incontro privato con papa Francesco, avvenuto stamattina in Vaticano, il cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, ha spiegato a Radio Vaticana il significato dell’evento previsto per il prossimo 21 marzo.
Al Pontefice, l’arcivescovo ha consegnato una lettera dedicatagli da sedici personaggi illustri di Napoli. “Devo dire che il Papa è veramente entusiasta”, ha detto il cardinale Sepe, aggiungendo che tra tre settimane Francesco non potrà non sottolineare luci e ombre di una città che può vantare l’“impegno dei sacerdoti, delle suore, dei laici, che sono una forza straordinaria”.
Inoltre, negli ultimi due anni la diocesi ha celebrato tre canonizzazioni e una beatificazione, e presenta “potenzialità enormi, come – per esempio – le eccellenze anche in campo civile, la medicina, la letteratura”, ha dichiarato l’arcivescovo.
Per contro, i noti mali della città partenopea, a partire “dalla disoccupazione, dalle organizzazioni malavitose come la Camorra, da un impegno che purtroppo non sempre riesce a dare quel senso di civiltà, del vivere civile” vanno soprattutto a danno della gioventù, verso la quale il Papa è notoriamente “molto sensibile”.
L’attuale crisi, sottolinea il porporato, “da noi è ancora più acuta, perché si inserisce in una crisi che dura ormai già da troppo tempo, da troppi anni”.
Dinnanzi a ciò, il più grosso pericolo è “il pessimismo, è l’arrendersi alle difficoltà, il fuggire”, tuttavia con il “concorso di tutti” – Chiesa, scuola, famiglia, istituzioni – ci sono le “potenzialità” per “reagire con forza”, ha aggiunto l’arcivescovo.
Il cardinale Sepe ha infine ricordato quelli che saranno i momenti salienti della visita del Santo Padre: l’incontro a Scampia con i rappresentanti dei vari settori della città, dai professionisti e gli uomini di cultura, fino ai clochard, agli immigrati e ai rom; la concelebrazione con tutto il clero della diocesi e con i vescovi della Campania; il pranzo con i detenuti a Poggioreale; l’incontro con i malati nella basilica di Gesù Nuovo; la festa sul lungomare con i giovani e gli anziani. [L.M.]