"È la libertà ad animare l'amore"

La lettera di marzo di monsignor Lorenzo Leuzzi agli universitari romani

Share this Entry

Riportiamo di seguito la lettera agli studenti universitari romani per il mese di marzo di monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma.

***

Cari studenti universitari,

da pochi giorni è iniziata la Quaresima. Con molti di voi ci siamo preparati con la riflessione e la preghiera nella Basilica di S. Croce in Gerusalemme.

Ci siamo lasciati con un impegno molto ambizioso: scoprire nella Celebrazione eucaristica che Dio mi ama in modo disinteressato.

Molti mi hanno chiesto: perché insiste sempre che non esiste la “mia Messa”, quella del “mio gruppo”, “della mia cappellania o parrocchia”? Perché non si può scegliere questa o quella celebrazione, questa o quella comunità per verificare la sensatezza o l’opportunità di partecipare alla Messa.

La Messa è la proposta di Gesù di incontrarmi qui e ora. Certo ciò si realizza in un luogo dove l’invito si fa storicamente percepibile, dove posso trovarmi di più a mio agio, perché conosco il sacerdote, gli amici o perché l’orario mi è più consono. Ma tutte queste motivazioni non sono sufficienti a giustificare il perché vado a Messa.

Certamente andare a Messa non fa male a nessuno. Ma per un universitario il tempo e le scelte devono essere ponderate e vissute pienamente.

La pienezza della Messa è l’invito incondizionato di Dio rivolto a te nella storia. La pienezza della tua esistenza è nella risposta incondizionata a questo invito.

“Ma come, Signore, mi ami in modo incondizionato? Non sono io che ho bisogno di Te, che ho desiderio di Te, che ho servito i fratelli con Te, che ho lottato per Te, che mi sono sacrificato per Te?”: per Gesù va tutto bene; ma non è la Messa.

La Messa inizia quando ti metti in viaggio per essere puntuale all’appuntamento stabilito da Gesù per te! È accogliere l’invito di Dio in Gesù Cristo. Nella celebrazione delle Ceneri abbiamo ascoltato due potenti invocazioni, quella del profeta Gioele e dell’apostolo Paolo: “Tornate a me e lasciatevi riconciliare” (cf. Gl, 2,12-18; 2Cor. 5,20-6,2).

Ma soprattutto Gesù ci ha ricordato, nel Vangelo di Matteo (cf. Mt. 6,1-18), che cos’è la Messa: è il Suo incontro esclusivo nella storia, nel segreto del mio cuore. Ma non in astratto, ma oggi, qui ed ora!

E le opere: Lui già le conosce. Non c’è bisogno che tu Gliene parli. Non c’è bisogno che siano fotografate e teletrasmesse. Nel silenzio, perché ciò che conta è che tutti sappiano che Dio in Gesù Cristo ha deciso di incontrarti.

Ecco perché, cari amici, la notizia da comunicare a tutti è una sola: vado a Messa!

Ma come!, un universitario perde tempo ad andare a Messa? Sì, perché è il tempo della mia pienezza storica.

Cari amici,

in Quaresima siamo chiamati a camminare insieme per verificare se è proprio vero che Dio ha deciso di invitarmi da Lui, di preparare un posto per stare a cena con Lui per condividere con me il Suo progetto.

La vera penitenza per ciascuno di noi è rinunciare ai propri bisogni, perché essi ci danno l’illusione di essere utili. Anche il servizio può essere un bisogno, anche l’amore!

“Ti amo perché ti amo”!: questa esperienza l’abbiamo già vissuta nella prima Domenica di Quaresima quando abbiamo ascoltato la prima alleanza, quella di Dio con Noè (cf. Gen. 9, 8-15) ), immagine di quella di Gesù nella Sua Pasqua di morte e resurrezione.

L’alleanza con Noè fu unilaterale! Con tutti, con tutta l’umanità, senza condizionamenti.

Così siamo chiamati a fare anche noi: amare Gesù in modo unilaterale, ti amo perché ti amo, senza condizionamenti. Incomincia così l’originale e indimenticabile lotta tra due amanti per scoprire chi dei due ama di più. Posso testimoniare che nella mia vita ha vinto sempre Lui! Non sono i condizionamenti a suscitare l’amore, ma al contrario è la libertà ad animare l’amore.

Quanta tristezza sentire che tanti coniugi non lottano più nell’amore, ma sono rassegnati! E’ il segno che il loro amore è stato condizionato!

Cari amici,

custodiamo gelosamente nel nostro cuore l’invito di Gioele e Paolo: “torna a me e lasciati riconciliare”. Non presentarti al Signore con i tuoi bisogni religiosi o sociali, ma con la tua libertà, di un giovane che va alla ricerca di essere amato in modo incondizionato.

Vedrai che Gesù non ti deluderà mai! Perché solo Lui ti conosce! È nella storia e ti sostiene con la forza del Suo Spirito!

Domenica 8 marzo, nel pomeriggio, ci incontreremo presso le Catacombe di S. Callisto, luogo simbolico della testimonianza della primitiva comunità cristiana. Il loro ricordo sarà la forza per rispondere al Signore con l’entusiasmo e l’intelligenza dei giovani universitari:

“Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!” (Gv. 6,68)

Vi aspetto. Ancora buon cammino quaresimale.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione