Disperato e abbruttito dall’alcool, l’amico Enos, ha perso tutto e tutti. Dal fondo della solitudine ha potuto ritrovare fiducia dialogando così con il Crocifisso appoggiato sul suo tavolo:
“Certo che noi due siamo messi molto male, ma ci capiamo. Il medico non capisce il mio male; né il prete mi può giudicare; chi sta bene mi sfugge.
Mi sento compreso da te che hai perso tutto e tutti; tu hai toccato il fondo della solitudine: peggio di così! direi peggio di me. Sei ebbro dei peccati dell’umanità, stordito dall’assurdo amore del Padre e frastornato dal suo “abbandono”.
Come un figlio di nessuno, ti vedo in croce, sospeso tra terra e cielo come il peggiore dei delinquenti. Sei “abbandonato” dal cielo: “Dio mio, anche tu mi hai abbandonato!?” Sei “condannato” dalla terra che urla: “E’ reo di morte! Crocifiggilo!”
Io sto proprio bene in croce con te che sei venuto a condividere la mia disperazione; grazie a te posso nutrire la tua sovrumana fiducia in Colui dal quale ci sentiamo abbandonati.
Guardandoti, ho il tuo stesso “coraggio” di “affidarmi” proprio nelle Sue mani.
Insomma è bello stare qui con te. Su questa croce, in questo “inferno”, posso condividere e gustare la tua solitudine piena di Paradiso”.
Ciao da p. Andrea
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