India: vescovi grati a premier Modi per liberazione gesuita rapito

La Conferenza Episcopale ringrazia il primo Ministro per “l’impegno personale” per il rilascio del sacerdote. Padre Kumar pronto a tornare in Afghanistan

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Gioia e gratitudine da parte della Conferenza Episcopale indiana (Cbci) per la liberazione di padre Alexis Prem Kumar, il sacerdote gesuita del Jesuit Refugee Service (Jrs), rapito in Afghanistan oltre otto mesi fa. In particolare, i vescovi ringraziano il primo Ministro Narendra Modi per il ruolo svolto dal Governo di New Delhi nella liberazione del religioso.

In una dichiarazione diffusa ieri e citata dall’agenzia Ucan, la Cbci si dice grata al premier “per il suo impegno personale” nella vicenda e per i passi compiuti dalle autorità indiane per ottenere il rilascio del sacerdote, rientrato domenica a New Delhi.Proprio il ministro Modi aveva annunciato domenica scorsa, poco dopo mezzogiorno, su Twitter la notizia della liberazione di padre Kumar.

Il 47enne gesuita era stato rapito da un gruppo di uomini armati non identificati in una scuola gestita dal Jrs a Sohadat, distretto governativo per famiglie di rimpatriati a 35 km da Herat, in Afghanistan occidentale. Al momento del sequestro si trovava sulla via del ritorno dopo una visita a una scuola per rimpatriati nel villaggio di Sohadat per approfondire le questioni riguardanti il sistema educativo tra i rifugiati. 

Nonostante la drammatica esperienza vissuta in questi mesi e la perdurante insicurezza nel Paese, padre Prem – già attivo in passato con i rifugiati dello Sri Lanka nello Stato indiano del Tamil Nadu – si è detto tuttavia pronto a tornare in Afghanistan.

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ZENIT Staff

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