San Gregorio di Narek Dottore della Chiesa Universale

Monaco e teologo, il Santo visse gran parte della sua vita nei monasteri di Narek. È considerato tra i più importanti poeti della letteratura armena

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Lo scorso sabato 21 febbraio, Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata il cardinale Angelo Amato, S.D.B., prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso della stessa udienza – riferisce una nota della Sala Stampa vaticana – il Santo Padre ha confermato la sentenza affermativa della Sessione Plenaria dei cardinali e vescovi, membri della Congregazione delle Cause dei Santi, circa il titolo di Dottore della Chiesa Universale che sarà prossimamente conferito a San Gregorio di Narek.

Sacerdote monaco, poeta, teologo e filosofomistico armeno, è stato considerato santo dalla Chiesa cattolica che lo ricorda il 27 febbraio.

Nacque ad Andzevatsik (allora Armenia, ora Turchia), circa nel 950, in una famiglia di scrittori. La madre morì mentre Gregorio era ancora in tenera età. Suo padre Khosrov, divenuto in seguito arcivescovo, lo affidò quindi, insieme al fratello Giovanni, alla cugina Anania di Narek, fondatrice della scuola e del villaggio.

Ben presto fu ordinato sacerdote e divenne abate del monastero. Visse gran parte della sua vita nei monasteri di Narek dove insegnava presso la scuola monastica. Condusse una vita di umiltà e carità, impregnata di lavoro e di preghiera. Viene considerato come uno dei più importanti poeti della storia della letteratura armena; tra le sue opere si annoverano un Commentario al Cantico dei Cantici, numerosi panegerici ed una raccolta di 95 preghiere in forma poetica dette “Narek”, dal nome del monastero in cui visse.

Di lui si ricorda la grande devozione alla Vergine Maria, a cui dedicò diverse opere e preghiere. Morì verso l’anno 1010 e venne sepolto nello stesso monastero. La sua tomba fu meta di pellegrinaggi sino ai tempi dei massacri perpetrati dai Turchi.

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ZENIT Staff

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