Libia: proseguono gli attentati degli islamisti

Decine di morti a causa dello scoppio di tre autobombe nell’est del Paese. Intanto Londra sta cercando tre ragazzine inglesi che si sarebbero arruolate nell’Isis

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Il terrorismo islamico continua a catturare le attenzioni dei media internazionali. Mentre la Libia è travolta da una raffica di attentati, la polizia britannica è impegnata a individuare tre ragazzine tra i 15 e i 16, frequentatrici di una scuola dell’est di Londra, che sarebbero partite per la Turchia con l’intenzione di unirsi ai jihadisti dell’Isis in Siria.

Le tre giovanissime sono state viste l’ultima volta martedì scorso all’aeroporto di Gatwick, ben vestite e con i bagagli in attesa di imbarcarsi per un volo diretto a Istanbul. Alle famiglie avevano riferito che avrebbero trascorso una giornata fuori, approfittando di una pausa scolastica. “La nostra più grande preoccupazione è la sicurezza di queste giovani ragazze”, ha detto Richard Wolton capo dell’anti-terrorismo di Scotland Yard. che ha poi rivolto un appello affinché “chiunque abbia informazioni sulla loro scomparsa” si rivolga alle autorita.

Intanto fonti libiche riferiscono che il Governo riconosciuto dalla comunità internazionale, con sede a Tobruk, avrebbe respinto la proposta avanzata da “ambienti occidentali” di formare un’Esecutivo di unità nazionale per combattere l’Isis. I cui miliziani continuano a mettere a ferro e fuoco il Paese: è salito a 47 morti e 80 feriti il bilancio di tre autobombe esplose ad al-Qubah, nell’est della Libia. Bilancio che potrebbe aggravarsi perché dall’ospedale della città definiscono in “condizioni molto gravi” 26 feriti.

Centinaia di egiziani che lavoravano in Libia sono riusciti a scappare nelle scorse ore, molti si trovano ora in Tunisia e Il Cairo sta organizzando un “ponte aereo” dall’aeroporto di Djerba Zarsis per rimpatriarli. Ma ancora in tanti altri sono bloccati, in territorio libico, al valico Ras Jedir, in fuga dalla ferocia dell’Isis.

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ZENIT Staff

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