Libia: l'Isis avanza e gli italiani evacuano da Tripoli

Chiusa anche l’ambasciata italiana dopo le minacce al ministro Gentiloni, ‘colpevole’ di aver annunciato la disponibilità dell’Italia a guidare una missione Onu nel paese

Share this Entry

Prosegue l’avanzata delle milizie dell’Isis in Libia. I jihadisti hanno preso Sirte e conquistato i principali palazzi governativi della città del golfo, ora sembrano puntare su Misurata, terza maggiore città della Libia, come annunciavano alcuni volantini distribuiti per strada.

Secondo alcuni fonti, i militanti dello Stato islamico avrebbero scagliato un attacco anche ad un oleodotto che trasporta il petrolio dal sud della Libia fino a Tobruk. Al momento la presenza dei terroristi dietro al sabotaggio resta solo un forte sospetto; finora non è arrivata infatti alcuna rivendicazione ufficiale.

<p>Intanto, il radiogiornale ufficiale dell’Isis, diffuso dall’emittente al Bayan da Mosul nel nord dell’Iraq, annuncia che anche il governo italiano è entrato ufficialmente nella lista dei nemici dello Stato islamico. Nello stesso comunicato i jihadisti attaccano direttamente il ministro degli esteri Paolo Gentiloni “ministro dell’Italia crociata”. La ‘colpa’ di Gentiloni è di aver detto, dopo l’avanzata dei mujaheddin in Libia, che “l’Italia è pronta a unirsi alla forza guidata dalle Nazioni atee per combattere lo Stato islamico”. L’espressione “Nazioni atee” in arabo è un riferimento implicito alle Nazioni Unite perché le due espressioni in arabo sono molto simili.

Il ministro degli Esteri aveva annunciato infatti venerdì scorso la disponibilità italiana a guidare una missione Onu in Libia. E sabato ha poi confermato che: “Noi combattiamo il terrorismo in prima linea. Già ora l’Italia è in prima linea nella lotta a terrorismo sul piano militare, politico, culturale. Questa battaglia dobbiamo farla anche in Libia di fronte alla minaccia terroristica che cresce a poche ore di navigazione”.  

E’ di oggi, poi, la notizia cheun centinaio di italiani residenti in Libia si sono imbarcati stamane su una nave mercantile. La Farnesina – riferisce l’Ansa – ha specificato che “non si tratta di un’evacuazione”, ma di una delle “preannunciate operazioni di alleggerimento dei connazionali presenti nel Paese”. A bordo della nave ci sono anche i dipendenti dell’ambasciata di Tripoli, chiusa stamattina per motivi di sicurezza.

La decisione giunge dopo i ripetuti allarmi diffusi dal ministero anche attraverso il sito Viaggiare Sicuri, l’ultimo dei quali lo scorso primo febbraio, ma l’urgenza è dovuta soprattutto all’avanzata delle milizie dell’Isis. Sempre l’Ansa informa che il rimpatrio degli italiani da Tripoli avviene grazie ad un mercantile e che l’operazioni sono in corso sotto la sorveglianza aerea di un velivolo a pilotaggio remoto Predator dell’Aeronautica, che controlla lo spazio aereo dove avviene l’imbarco. Il porto di attracco dovrebbe essere Augusta, in provincia di Siracusa. Ma prima del rientro in Italia, la nave farà scalo a Malta, per rifornirsi di carburante. 

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione