Lettura
«Andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni». È il versetto 39, che introduce l’episodio narrato nel brano odierno del Vangelo, in cui vediamo un lebbroso avvicinarsi a Gesù per dirgli: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Già ridurre di poco le distanze dai sani era, per un lebbroso, un atto contrario alla Legge; avvicinarsi, un’infrazione gravissima. Ma Gesù non solo lo accoglie: addirittura «stese la mano e lo toccò», guardandolo con la commozione di cui il verbo greco (splanchitheis) esprime tutta la profondità e la intensa partecipazione.
Meditazione
Di fronte alla guarigione del lebbroso, come alle altre che abbiamo visto finora, la domanda non è se sia vero il fatto allora accaduto, ma se accada anche oggi, a me, a noi. Qui sta il punto. Se Gesù è salvatore solo di quelle persone che lo hanno incontrato venti secoli fa in Palestina, il racconto può anche essere bello, ma come quello di una favola. La possibilità a tutti offerta è la guarigione spirituale della ragazzina di Cafàrnao che si mise a camminare: e il cammino è quello del discepolo che segue il Signore; della suocera di Pietro che si mise a servire: ed il servizio è l’atto d’amore del cristiano; del lebbroso che si mise a proclamare: e questa proclamazione è la missione, l’annuncio della fede. Non a tutti è data la soluzione dei problemi materiali, ma è data da Cristo, a tutti coloro che chiedono la salvezza: un modo nuovo di vivere la vita, con i suoi problemi e situazioni dolorose. La vera guarigione che il Signore compie in noi, oggi come allora, è la nostra liberazione da ciò che ci chiude in noi stessi e ci costringe a vivere rattrappiti. A chi non è capitato di vedere persone soffrire con una pace che stupisce? I nostri santi ci mostrano la verità di quanto diceva Paul Claudel: «La pace, chi la conosce sa che è fatta di gioia e di dolore», o di quanto scriveva Chesterton: «La vita è buona non significa affatto che sia tranquilla; essa somiglia, anzi, ad una battaglia. Tutto il movimento della vita è quello di un uomo che lotta». La vita buona è quella che scaturisce dall’adesione a Cristo, dall’accogliere umilmente la novità che egli ci offre. «La gioia – dice Chesterton – è il gigantesco segreto del cristiano». «Il cristianesimo dà gioia – scriveva Papa Benedetto – perché allarga gli orizzonti».
Preghiera
Che io ti porti, Gesù, a quelli che incontro, come esperienza reale della felicità per la quale l’uomo è creato. E chi mi incontra nella luce e nelle nubi di ogni giornata, veda te presente nella vita di un discepolo fragile come tutti, eppure abitato dalla Pace che il cuore umano desidera.
Agire
Voglio trovare il tempo di visitare un malato o una persona anziana: per un atto di carità, ma anche per “uscire” da me stesso e non dare attenzione solo ai miei problemi.
Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonament info@edizioniart.it