“Le siamo grati per averci scelti, da ogni parte del mondo, per condividere in modo particolare il Suo ministero, ricordandoci che ogni vocazione ecclesiale è anzitutto un servizio ai fratelli e alla Chiesa stessa”. Così il neo cardinale Dominique Mamberti si è rivolto al Papa nel suo saluto a nome di tutti “i confratelli Vescovi” entrati a far parte del Collegio Cardinalizio, durante il Concistoro celebrato stamane in Vaticano. Tra i nuovi cardinali l’unico assente è mons. José de Jesús Pimiento Rodríguez, il quale ha chiesto di poter ricevere la berretta in Colombia non riuscendo a venire a Roma per l’avanzata età.
Dopo uno speciale e affettuoso saluto a braccio al Papa emerito Benedetto XVI, presente in Basilica, Mamberti ha rammentato le parole di Francesco nella lettera indirizzata il giorno in cui ha reso pubblica la decisione del Concistoro. “Ella – ha detto – ci ha anzitutto ricordato che siamo chiamati ad un nuovo servizio, che è a un tempo ‘di aiuto, di sostegno e di speciale vicinanza alla persona del Papa e per il bene della Chiesa’”.
“Attraverso di Lei, Padre Santo – ha soggiunto il neo porporato – il Signore ha voluto rinnovare quell’elezione che un tempo fece di ciascuno di noi, invitandoci a seguirlo e a donargli la nostra vita nel sacerdozio ministeriale. La porpora stessa ci ricorda anzitutto che il Signore ci chiede di condividere il Suo amore per tutti gli uomini: un amore che, nell’obbedienza al Padre, è offerta di sé usque ad mortem, mortem autem crucis”.
Se c’è, dunque, un onore di cui le nuove berrette rosse sono insignite “è quello di essere sollecitati a una più intima unione con Gesù, a una partecipazione più viva e profonda alla Sua oblazione, a essere con Lui sulla Croce, che è salvezza, vita e resurrezione nostra, attraverso la quale siamo salvati e liberati”.
“In questa immedesimazione profonda con Cristo – ha rimarcato Mamberti – sta l’origine della responsabilità cui siamo chiamati e del servizio che con umiltà, generosità, et usque ad effusionem sanguinis desideriamo compiere per la salvezza delle anime e il bene del Popolo di Dio”. Perciò, “siamo invitati a uscire da noi stessi, dalle nostre abitudini e comodità, per servire la missione di questa Chiesa, consapevoli che ciò implica avere un orizzonte più ampio. E qui è davvero presente tutto il mondo, essendo i nuovi Cardinali espressivi di tutti i continenti”.
“Appartenere alla Chiesa di Roma significa, dunque, servire la comunione della Chiesa universale”, ha affermato ancora ilprefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica. “Una comunione che è continuamente nutrita e alimentata dalla carità stessa di Cristo ed è fecondata dal sangue dei molti martiri che qui hanno dato la vita. Il loro esempio e la loro intercessione ci diano la forza e il coraggio necessari per essere testimoni del Signore risorto fino ai confini della terra e per chinarci sulle ferite e sulle piaghe dell’uomo di oggi a portare la Sua misericordia”.
Nel rinnovare ancora la gratitudine, il cardinale ha quindi assicurato al Santo Padre, a nome dei 20 nuovi porporati, “la nostra collaborazione leale e sincera e la certezza che Ella ci troverà vicini e pronti a sostenerla nella missione che Nostro Signore Le ha affidato, di guidare la Chiesa, confermando i fratelli nella fede”. Soprattutto, ha concluso, “le promettiamo la nostra costante preghiera, affidando la Sua persona e il Suo ministero alla materna protezione della Vergine Maria, all’aiuto discreto di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, e all’intercessione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, celesti protettori di questa nostra Chiesa di Roma”.