Si è concluso stamattina, con la partecipazione dei relatori all’Udienza Generale di papa Francesco, il XVII Convegno nazionale dell’Opera Romana Pellegrinaggi (ORP).

Tra lunedì e ieri, presso il Church Village, in via di Torre Rossa, si sono susseguiti numerosi ospiti di spicco, per discutere il tema Il pellegrinaggio: tempo e luogo di riconciliazione e conversione. Tra questi: il cardinale Camillo Ruini, ex presidente della CEI e presidente emerito dell’ORP; monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione; Antonio Sabetta, docente di Teologia Fondamentale alla Pontificia Università Lateranense; Cecilia Costa, docente di Sociologia, all’Università di Roma Tre.

Intervistato da ZENIT, l’amministratore delegato dell’ORP, monsignor Liberio Andreatta, ha espresso grande soddisfazione per l’esito del Convegno e per la qualità degli interventi, sottolineando poi una realtà confortante: nonostante la crisi economica mondiale e le situazioni di conflitto in alcune parti del pianeta, il numero di pellegrini rimane alto.

Monsignor Andreatta, quali sono stati i temi più rilevanti emersi durante il convegno nazionale dell’Opera Romana Pellegrinaggi?

Innanzitutto il tema della misericordia di Dio che si poggia su due piloni, il primo dei quali consiste nella nostalgia di Dio: per quanto lontano, critico, in opposizione, insensibile, preso dalla frenesia di una società moderna del benessere e dei consumi, l’uomo conserva una nostalgia del trascendente. Venuti meno tutti i punti di riferimento e tutte le ideologie, l’uomo è bombardato dalla capacità tecnologica di comunicazione virtuale ma è gravato da una solitudine affettiva e umana che lo fa vivere in un nonsenso. L’altro pilone è la libertà: l’uomo deve recuperare la sua libertà di giudizio e la sua libertà di essere vero e non farsi condizionare dal bombardamento che lo costringe a pensare come pensa il mondo.

Nello specifico quali sono stati gli argomenti affrontati dai relatori?

Notevole è stata la relazione della prof.ssa Costa riguardo all’uomo che si interroga su dove viene e dove va, qual è il senso della sua vita, qual è la pienezza della sua libertà e della sua felicità. L’udienza del Papa ha coronato il cammino che abbiamo fatto nei due giorni di riflessione: partendo dalla relazione del cardinale Ruini, sulla crisi dell’uomo e la crisi del sacramento che non sono semplici crisi personali ma fanno parte di una crisi comunitaria. C’è stata poi la relazione di Sabbetta sulla perdita del senso e la relatività della vita, del bene e del male. Tutto questo percorso l’abbiamo ritrovato nel discorso del Papa nel momento in cui si è focalizzato sul tema della speranza, in particolare sullo stretto legame tra la speranza di un popolo e la solidarietà tra le generazioni.

A questo proposito: che riscontro vi hanno dato le parole pronunciate oggi dal Santo Padre all’Udienza Generale?

Il Santo Padre ha parlato della felicità che si realizza nel raggiungimento dell’amore (che può essere l’amore verso i figli o un cammino insieme verso la felicità) e ha toccato una serie di temi che emergevano anche al convegno, a partire dai figli da accogliere come un dono.

È sembrato quasi come se il Santo Padre avesse usato in maniera molto concreta le riflessioni che noi abbiamo fatto in questi giorni: ad esempio quando ha accennato alla vita che ringiovanisce nella capacità di moltiplicarsi, e si arricchisce o impoverisce nella misura in cui uno ama o non ama. È come se stamattina il Papa avesse dato una risposta concreta a tutte quelle riflessioni che noi abbiamo fatto sul piano teologico, filosofico, pastorale, sociale, e le avesse sintetizzate in una catechesi sulla famiglia e sul rapporto genitori-figli.

Lo stereotipo del pellegrino è quello di una persona anziana o di mezz’età: la sua esperienza con l’ORP lo conferma, oppure il mondo dei pellegrinaggi è più aperto ai giovani di quanto sembra?

Il cardinale Ruini sosteneva che, mentre in passato l’età media dei pellegrini era piuttosto accentuata, più di recente Giovanni Paolo II, attraverso le Giornate Mondiali della Gioventù ha entusiasmato i giovani e li ha sollecitati a riscoprire il cammino di un pellegrinaggio come esperienza di incredibile attualità. La stessa prof.ssa Costa ha parlato del Vangelo come fatto di una modernità disarmante: ciò si ricollega al discorso di Ruini e all’analisi di un passato che si sta evolvendo in un presente che cambia.

Del resto, all’ORP registriamo numerose adesioni di intere famiglie, per le quali quest’anno abbiamo lanciato una promozione: fino ai 2 anni gratis, da 2 a 12 anni il 50% di sconto, dai 12 ai 16 il 30%. Anche economicamente abbiamo fatto una politica per favorire i pellegrinaggi, perché c’è una grande domanda.

Quindi i pellegrinaggi non hanno risentito più di tanto della crisi economica o delle guerre, in particolare in Medio Oriente?

Ne hanno risentito nella paura: negli anni della guerra del Golfo abbiamo avuto circa 4000 cancellazioni di pellegrinaggi in Terra Santa, compensate tuttavia da 6000 adesioni in più per Lourdes e Fatima. Non hanno rinunciato, dunque, al pellegrinaggio ma a quel pellegrinaggio, perché costituiva un elemento di paura. La crisi economica fa sì che, mentre prima avevamo un alto numero di pellegrinaggi della durata dai 5 ai 7 giorni, quest’anno abbiamo avuto una diminuzione del numero di giorni (e del fatturato complessivo) ma non del numero di pellegrini. La gente quindi, fondamentalmente, non rinuncia al pellegrinaggio come bisogno spirituale essenziale.

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Per approfondimenti:

Link relazione cardinale Ruini

Link relazione monsignor Fisichella