Luci rosse a Roma: il 'no' del Seraphicum

Secondo il preside della Facoltà Teologica, la proposta del IX Municipio va sia contro il “decoro urbano”, sia contro la “dignità umana”

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“La proposta del presidente del IX Municipio di Roma, avallata dalla giunta comunale, di regolamentare la prostituzione è viziata da un errore di fondo: una sotto cultura che non riconosce la persona se non come un oggetto sul quale apporre un prezzo e quindi da commercializzare. Per questo è necessario non rassegnarsi al pensiero debole e relativista, bensì tornare a ripensare la questione antropologica per riconoscere la verità e il significato della sessualità”.

Fra Domenico Paoletti, Preside della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” Seraphicum, esprime non solo dissenso ma anche una forte preoccupazione per la proposta di creare zone a luci rosse nelle quali, a detta dei promotori, dovrebbe trovare una regolamentazione la prostituzione. La critica al progetto arriva proprio dal cuore del quartiere Eur dove cinquant’anni fa fu trasferita la sede della Facoltà teologica e del collegio internazionale dei frati minori conventuali.

“Un concetto inaccettabile – aggiunge il prof. Paoletti – la prostituzione va combattuta all’Eur come in qualsiasi altro quartiere e città attraverso l’educazione e la formazione. La dignità e il rispetto dell’uomo dovrebbe avere, nei pensieri degli amministratori pubblici, l’assoluta priorità ben prima del decoro urbano o di qualsiasi altra valutazione materiale, politica e ideologica. Purtroppo siamo dinanzi a un secolarismo che ha smarrito la dignità trascendente della persona umana, definendo l’uomo senza Dio e, così, distruggendo i fondamenti comuni dell’umano. Dinanzi a certe derive ideologiche, è auspicabile un fronte comune a difesa del buon senso e della dignità di ogni persona”.

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ZENIT Staff

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