Ricorre oggi la quinta Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi. Si celebra nell’anniversario dalla morte di Eluana Englaro, giovane che dopo 22 anni in stato vegetativo a causa di un incidente stradale è stata privata per volere del padre dei supporti vitali in una clinica di Udine.

La vicenda suscitò in seno all’opinione pubblica un vivace dibattito, che tuttavia si affievolì pian piano nei mesi successivi. Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita, osserva che “l’opinione pubblica” si è “anestetizzata sull’argomento, quando invece è una realtà assistenziale e di presa in cura che nel nostro Paese coinvolge migliaia di persone insieme alle loro famiglie”.

Sindoni spiega quindi le ragioni dell’istituzione di una simile Giornata: “La motivazione che deve continuare a muovere la Giornata è la necessità di mantenere una vigile e costante attenzione sulla fragilità e la vulnerabilità delle persone in stato di minima coscienza, portatrici di un’indiscutibile dignità personale che non deve essere mai disconosciuta”. In tal senso “è necessario insistere in una sensibilizzazione sempre più accorta e coinvolgente di media e Istituzioni, così da non lasciare spazio solo a luoghi comuni che confondono gli uomini con i vegetali”. 

Sensibilizzazione - aggiunge Sindoni - verso le “infinite e insostituibili ore spese gratuitamente da familiari e volontari per assistere la quotidianità di coloro che versano in questo stato”, per cui “non va dimenticata l’innegabile esigenza di un consistente impegno economico”. Scienza&Vita confida che “nell’attuale panorama sanitario in cui i tagli alla spesa si fanno sentire con forza, nella rinnovata attenzione verso i più deboli e i più fragili, più volte richiamata anche da papa Francesco”, non vengano ridotte “le risorse per l’assistenza di questi disabili gravissimi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gian Luigi Gigli, capogruppo di Per l’Italia in commissione Affari costituzionali e animatore, nel 2009 a Udine, di quello che lui stesso definisce “il progetto di affrettare la morte di Eluana sospendendole idratazione e nutrizione portato avanti allora dalla presidenza della Regione Friuli Venezia-Giuglia e dal Comune di Udine, non esitando a compiere vere e proprie forzature amministrative”.

Il parlamentare pone anch’egli l’accento sul sostegno ai familiari dei pazienti in questo stato. “Il dibattito e le lacerazioni di allora non saranno stati vani - afferma Gigli - se saranno serviti ad accrescere le conoscenze scientifiche sullo stato vegetativo e gli altri gravi disturbi di coscienza, a migliorare la qualità dell'assistenza ai pazienti e il sostegno alle loro famiglie, ad evitare all'Italia di sprofondare sul piano inclinato dell'eutanasia legalizzata".