Il vescovo della diocesi bangladina di Dinajpur è esausto: “Vogliamo una soluzione permanente e vivere in pace con tutte le comunità. Il governo ci deve aiutare”, afferma all’agenzia Asia News. Da alcune settimane la città è divenuta teatro di duri scontri tra cattolici e musulmani, concentrati soprattutto nel villaggio di Chirakhota per questioni legate ad alcuni terreni. L’apice della tensione è stato raggiunto il 24 gennaio scorso, quando oltre 300 musulmani hanno attaccato la comunità cattolica, composta da tribali di etnia Santal.
Quest’ultimi si sono difesi con arco e frecce, le loro armi tradizionali, e un musulmano è rimasto ucciso. A quel punto, i musulmani hanno scatenato la loro collera saccheggiando riso, cibo, vestiti, soldi, oltre 100 mucche, e dando fuoco a tutte le 60 case dell’insediamento. La polizia poi ha arrestato 19 cattolici per la morte del musulmano. Entrambe le parti hanno riportato molti feriti.
Dipali Tudu, 22enne cattolica, nel momento dell’attacco era nel vilaggio, che ora ha lasciato per questioni di sicurezza- “I musulmani ci hanno attaccato e hanno tentato di molestare alcune di noi – ha raccontato ad Asia News – perciò ho sono andata via, in un’altra città. Siamo molto delusi, noi vogliamo vivere in pace”.