Lettura
Nel testo evangelico oggi risuona il primo invio di coloro che Gesù ha chiamato a sé, “perché stessero con lui e anche per mandarli a predicare e a cacciare i demòni” (cfr. Mc 3,13): i Dodici a cui, scelti tra i discepoli, diede il nome di Apostoli, proprio perché “inviati” come speciali collaboratori della sua missione. Ad essi, altri succederanno poiché la missione continua fino al ritorno glorioso del Signore: la missione è ancora in atto e lo sarà fino alla fine dei tempi, poiché fa parte costitutivamente del progetto divino a favore dell’umanità.
Meditazione
I Dodici sono uomini che Cristo ha scelto, dopo una notte di preghiera (Lc 6,12), con atto solenne compiuto “sul monte” e con una chiarissima manifestazione di sovrana libertà: «chiamò quelli che egli volle» (Mc 3,13). «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto» dirà ancora nell’ultima cena (Gv 15,16). Gli Evangelisti si premurano di riportarne i nomi in un elenco canonico, definito e immutabile: «Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, vale a dire figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì» (Mc 3,16-19). Nel brano odierno ascoltiamo che il Signore “prese a mandarli”. Finora lo avevano accompagnato; ora sono coinvolti nella sua opera: un anticipo della missione che compiranno, dopo la Pentecoste, in obbedienza al comando del Maestro risorto. Il mondo a cui sono inviati è un campo difficile, ma la forza del Signore (di qui l’impegno di “non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche”) darà loro il coraggio di portare l’annuncio con fedeltà e franchezza, senza sentirsi obbligati a chiedere scusa agli ascoltatori se le loro parole scuotono sensibilità, se l’annuncio è invito ad una conversione profonda. Essi non chiederanno il permesso di esistere: si inseriranno come “minoranze creative”; si esporranno in prima persona a sostenere confronti, a proclamare – fuori dalle sacrestie e dalle catacombe – che c’è speranza perché c’è il Signore.
Preghiera
Grazie, Signore, perché alla Chiesa, che è tua e tua soltanto, hai donato i dodici pilastri degli Apostoli. Noi crediamo la Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica e ti chiediamo di sostenerci nella fedeltà a vivere, con grandezza di cuore, ciò che hai insegnato e gli Apostoli hanno trasmesso.
Agire
Oggi preghiamo per il Papa, successore di Pietro, e per i Vescovi, successori degli Apostoli, chiedendo per essi cristallina fedeltà al “deposito della fede” e coraggioso amore nel servizio.
Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it