Lettura
Gesù è a Nàzaret, “sua patria”, ed entra nella sinagoga. La “casa della riunione” iniziò ad esistere, probabilmente, durante l’esilio babilonese e fu portata in Israele da coloro che vi ritornarono. La sua comparsa segna una profonda ristrutturazione interna della religione ebraica, non più incentrata sul culto sacrificale ma sullo studio, sull’insegnamento e sulla meditazione della Legge. Come altrove, anche a Nàzaret grande è lo stupore di chi ascolta Gesù, ma sdegnato è il rifiuto quando presenta se stesso come compimento di ciò che annuncia. Come si permetteva di far l’insegnante?
Meditazione
Luca (4,16-21) riporta maggiori dettagli rispetto a Marco. Nella sinagoga fu consegnato a Gesù il rotolo di Isaìa in cui egli lesse: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore». Il commento di Gesù suscitò l’ammirazione, ma aver applicato a sé il compimento della profezia generò reazione fino al tentativo di precipitare il Maestro dal ciglio del monte… Anche i compaesani di Gesù aspettavano colui che con potenza e prestigio doveva mutare la sorte della nazione. Lo scandalo fu di sentirlo presentare se stesso come il liberatore atteso: «Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone» e di donne che vivono a Nàzaret? Anche oggi il rifiuto affonda spesso le radici nella incapacità di accogliere la manifestazione di Dio nel quotidiano, nell’ordinario svolgersi delle giornate. Sant’Agostino faticò a lungo per arrendersi alla «umiltà della carne di Cristo». Dio, checché se ne dica, piace vederlo altissimo, distante; fuori di questa lontananza pare non possa sussistere la dignità divina. Il Dio di Gesù Cristo, invece, è Dio “umanato”: senza perdere nulla della sua trascendenza, egli ha assunto mani con cui lavorare in una bottega di artigiano, una madre e dei parenti che hanno il nome di tanti altri abitanti del villaggio e vivono sotto gli occhi di tutti condividendo il peso delle giornate… Una rivoluzione mentale quella che Dio chiede agli uomini, al di fuori della quale non è possibile incontrare il Salvatore.
Preghiera
Sei Dio, e ti sei fatto uomo, hai lavorato con mani di uomo, hai amato con cuore di uomo. Donaci la grazia di contemplare la tua umanità con occhi sempre colmi di stupore e di adorare in essa la divinità che, per farsi vicina, nasconde il suo fulgore. Donaci di credere in te, vero Dio e vero uomo.
Agire
Farò oggi qualche momento di adorazione della SS. Eucaristia, in chiesa o almeno con il pensiero e il cuore rivolto ad uno dei tabernacoli, là dove vivo.
<p>Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it