Le conseguenze dell'amore

L’arte cristiana e lo spaesamento trans-moderno

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Come abbiamo visto nei due articoli precedenti[1], ci sono state nel XX secolo alcune ingerenze strategiche politiche e militari che hanno influenzato fortemente le questioni dell’arte, così pressanti da determinare uno spaesamento nella cultura europea. Tante ideologie si sono succedute e tante si stanno affacciando nelle nostre esistenze, portatrici ognuna, non soltanto di pensieri, ma anche di immagini. Già perché la propagazione della idee nell’era della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte[2] si diffonde attraverso le immagini – pittura, scultura, architettura, moda, pubblicità, cinema e televisione – come molti studi specialistici ci hanno mostrato[3].

Ciò che però dobbiamo spiegare meglio è che le immagini non sono veicoli, “vettori”,  contenitori neutri delle idee, ma sono essi stessi la manifestazione, la concretizzazione delle idee in una forma o in un oggetto. In altre parole, come ho più volte mostrato[4], tra le immagini e la “visione del mondo” esiste una relazione biunivoca, che le lega indissolubilmente e che possiamo chiamare comodamente “Sistema d’arte”[5]. Comprendendo la dinamica di questo concetto che è a cavallo tra storiografia artistica ed estetica, tra storia e filosofia, si possono individuare alcuni problemi che la trans modernità porta nella questione delle immagini, ovvero un mescolamento di elementi che derivano dalla modernità atea che si stanno coniugando con parti consistenti derivate dalla post-modernità caratterizzata per lo più da un carattere “neo pagano”; questi due elementi giungono ad una ibridazione che porta alla normalizzazione di alcuni degli stessi elementi che in passato avevano carattere rivoluzionario ed anticonformista.

Chiariamo meglio la questione. Le ideologie che lavorano attraverso una formulazione di ateismo portano in tutto il XIX secolo ad una volontaria apostasia dal cristianesimo in una larga parte della classe dirigente e presso gli intellettuali; la modernità poi a cavallo tra i secoli XIX e XX fino all’esaurimento delle ideologie politiche nelle tre guerre mondiali (I e II Guerra mondiale e Guerra fredda) ha pian piano diffuso l’ateismo nelle fasce popolari dei vari stati occidentali e si è giunti alla liquidità[6], ovvero alla simultaneità di tante “visioni del mondo” compresenti nella medesima società, senza però raggiungere una condizione di stabilità, rimanendo appunto fluide e consumabili. Di qui si è ormai passati ad una nuova fase, ovvero quella che alcuni chiamano trans modernità[7], dove elementi dei vari momenti di passaggio dei due secoli recedenti si stanno sommando. In tutto questo, l’immagine è divenuta sempre più uno strumento di guerra; si pensi al caso dei filmati diffusi dal Califfato dell’ISIS, che utilizzano tecniche sofisticate di montaggio e di promozione per creare consenso e quindi adepti, unendo così parti proprie della post modernità con parti della modernità, in un mix appunto trans moderno.

Ma questo sta accadendo anche in altri campi, in altre situazioni. Le forme artistiche stanno propagandando in Occidente un “ateismo ateo”[8], come abbiamo visto nel precedente articolo dedicato al pensiero di Onfray ed al suo programma “ateologico”. La cultura cattolica è stata attaccata per secoli sul suo uso delle immagini e per secoli ha risposto con testi teorici in difesa di queste e con capolavori memorabili. Poi stretta tra vari contendenti nelle tre Guerre Mondiali, ha subito una influenza che l’ha di fatto portata ad uno spaesamento, fino alla diffusa convinzione che l’aniconismo fosse la soluzione, o che l’informale fosse una buona cosa o ancora che il decostruttivismo prima e l’ateologia poi siano qualcosa di ineludibile, di inaggirabile, di invincibile. Ma se il “Sistema d’arte” ci insegna cose nuove sia a livello storico che filosofico, allora dobbiamo sapere che non esiste una opzione inclusiva delle forme artistiche senza conseguenze gravi. Infatti, le forme non sono neutre, né i sistemi sono interscambiabili tra loro, perché sono generati dai principi e questi sono originati del “Credo”. In altre parole l’arte cristiana è figurativa non per un errore o una svista, ma perché è direttamente l’Incarnazione del Verbo che ne pone fondamento.

Quindi se la cultura cattolica vuole dire qualcosa di utile a se stessa ed al resto dell’umanità non può in alcun modo perdere o smarrire la sua dimensione figurativa dell’arte. Purtroppo, visitando l’Europa del Nord, si vedono intere cattedrali private completamente di immagini antiche e sostituite con immagini di altre religioni ed ideologie, informali, astratte o de costruttive, fino alla demolizione delle chiese stesse operata ad esempio in Francia della Stato.

A questo punto serve una vera presa di coscienza della cultura cattolica, delle università cattoliche, dei seminari e delle parrocchie europee ad una maggiore adesione al Magistero della Chiesa su questi punti fondamentali per la conservazione della fede nel popolo cristiano, come ha ribadito il Sinodo sulla Fede nel 2012 e la Lumen Fidei e la Evangelii Gaudium in continuità con il Vaticano II. È ora di rivedere alcune scelte prese in altri tempi della storia contemporanea, è necessario aggiornarsi. E tutto questo solo per amore.

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Rodolfo Papa, Esperto della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, docente di Storia delle teorie estetiche, Pontificia Università Urbaniana, Artista, Storico dell’arte, Accademico Ordinario Pontificio.

Website: www.rodolfopapa.it

Blog: http://rodolfopapa.blogspot.com

E-mail: rodolfo_papa@infinito.it

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[1]In Italiano http://www.zenit.org/it/articles/la-vera-liberta-dell-arte-e-le-strategie-di-potere; http://www.zenit.org/it/articles/la-propagazione-iconica-della-credenze in tedesco: http://www.zenit.org/de/articles/die-ikonische-verbreitung-des-glaubens; http://www.zenit.org/de/articles/wahre-freiheit-der-kunst-und-strategien-der-macht

[2] Walter Benjamin, Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit, (erste deutsche Fassung, 1935); in: Walter Benjamin: Gesammelte Schriften Band I, Werkausgabe Band 2, herausgegeben von Rolf Tiedemann und Hermann Schweppenhäuser, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1980, S. 431–469.

[3]Marshall McLuhan, The Medium is the Message, Penguin Books, London 1967; David Freedberg, The Power of Images: Studies in the History and Theory of Response, The University of Chicago Press, Chicago 1989.

[4] Rodolfo Papa, Discorsi sull’arte sacra, Cantagalli, Siena 2012.

[5] Larry Shiner, The Invention of Art: A Cultural History, The University of Chicago Press, Chicago 2001,

[6] Cfr. i testi di Zygmunt Bauman, tutti editi da Polity Press, Cambridge: Liquid Modernity, 2000;  Liquid Love: On the Frailty of Human Bonds2003; Liquid life, 2005; Liquid Fear, 2006; Liquid Times: Living in an Age of Uncertainty, 2007; 44 Letters from the Liquid Modern World, 2010; Culture in a Liquid Modern World, 2011; Liquid Surveillance: A Conversation, 2012.

[7] Cfr. Rosa María Rodríguez Magda, La sonrisa de Saturno. Hacia una teoria trans moderna, Anthropos, Barcellona 1989; Ead., Transmodernidad,  Anthropos, Barcellona 2004.

[8] Lorella Congiunti, Ateismo ateo. La negazione di Dio dopo-oltre l’ateismo, Ladolfi editore, Borgomanero (No) 2015.

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Rodolfo Papa

Rodolfo Papa è presidente dell'Accademia Urbana delle Arti / Sito internet: www.rodolfopapa.it ; Blog:http://rodolfopapa.blogspot.com ; e.mail: rodolfo_papa@infinito.it .

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