Con gesti e con parole

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 5,21-43

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Lettura

Ritorna san Marco e il brano del suo Vangelo ci presenta oggi il miracolo della risurrezione di una bimba, compiuto da Gesù in risposta alla fede di uno dei capi della sinagoga di Cafàrnao, dove il Maestro aveva lasciato stupiti gli ascoltatori per l’autorità con cui parlava; e la guarigione di una donna che, con fede, tocca il lembo del mantello di Cristo mentre egli si reca, quasi fasciato dalla folla, nella casa di Giairo. Parole e gesti sono la comunicazione del dono di Dio che si rivela all’uomo: «con gesti e con parole tra loro intimamente connessi», come insegna il Concilio Vaticano II (DV, 2).   

Meditazione

Le parole di Giàiro, il suo “gettarsi ai piedi” di Cristo e “supplicarlo con insistenza” manifestano la fiducia che ha in Lui. La donna che, facendosi largo tra la folla, riesce a raggiungerlo lungo il percorso, parla nel suo cuore. Quel «diceva: Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata», più che espressione verbale, era ciò che pensava; la sua fiducia è espressa dal gesto che compie: «da dietro toccò il suo mantello». È fede questa fiducia dei due personaggi? La risposta la dà il Signore stesso: «La tua fede ti ha salvata» dice alla donna; “continua ad avere fede” dice a Giàiro quando viene annunciato che la figlia ormai è morta e non è il caso di importunare il Maestro. Fiducia e fede. La radice dei due termini è la stessa; si implicano. La fede è umilissima fiducia in Dio. «Se hai il semplice desiderio di conoscere Dio – dice sant’Agostino – hai già la fede». Nella casa di Giàiro, Gesù trova «gente che piangeva e urlava forte» e che si mette a deriderlo quando egli dice: «La bambina non è morta, ma dorme». Non poteva, questa gente, prender parte all’evento; le mancava la fede e la fiducia. «Prese la mano della bambina» e disse «Talità kum, fanciulla àlzati!»: Dio salva facendosi vicino e la Sua parola è intrecciata al gesto. «Le parole e le azioni di Gesù nel tempo della sua vita nascosta e del suo ministero pubblico anticipavano la potenza del suo Mistero pasquale. Annunziavano e preparavano ciò che egli avrebbe donato alla Chiesa, ciò che, ora, Cristo dispensa nei sacramenti; “forze che escono” dal Corpo di Cristo, sempre vivo e vivificante, azioni dello Spirito Santo operante nel suo Corpo che è la Chiesa, i sacramenti sono i “capolavori di Dio” nella Nuova ed Eterna Alleanza» (CCC,1115;1116).

Preghiera

Grazie, Signore, perché ti sei fatto vicino per incontrarmi e salvarmi. Mi prendi per mano, come hai fatto con la bimba; mi guardi come hai guardato lei, vieni in casa mia come hai fatto a Cafàrnao e a Gerico. Che io mi accorga ogni giorno della tua vicinanza e Ti risponda lasciandomi incontrare!

Agire

Mi propongo di conoscere – o approfondire – quanto la Chiesa insegna sui Sacramenti nel Catechismo della Chiesa Cattolica (1113 e seguenti), continuando nei prossimi giorni.

Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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