"La grande tentazione dell'uomo è tornare alla schiavitù della guarigione"

Riportiamo di seguito il testo integrale della Lettera di febbraio agli studenti romani, di monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio della Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma.

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Cari studenti universitari,

questa lettera vi giunge a pochi giorni dell’inizio della Quaresima, un tempo importante per la vita della Chiesa, tempo di riflessione sul mistero della salvezza che ci è stata donata nella morte e resurrezione di Gesù.

Qualche giorno fa ho letto alcune note sull’omelia di papa Francesco nella celebrazione mattutina presso la cappella della Casa Santa Marta. Ecco la sua frase: “Non è importante che Gesù ci guarisca, ma che ci salvi”

(cfr. www.vatican.va 22 gennaio 2015).

È un affermazione che per i medici dovrebbe essere ovvia, ossia il medico dovrebbe sapere che lui deve curare sempre, ma non sempre può guarire, perché la cura supera la guarigione che talvolta è impossibile, se non con un miracolo. Ma oggi nell’opinione pubblica la guarigione è sinonimo di cura. Se non guarisco la mia vita non ha senso!

Cari amici,

la guarigione è il nome nuovo dell’“oppio dei popoli”. Quante religioni offrono la guarigione, anche in gruppi cattolici. È la grande illusione della società contemporanea. Si è passati dall’oppio dei popoli applicato alle classi sociali, alla guarigione a tutti i costi!

È la grande tentazione dell’uomo, ritornare alla schiavitù della guarigione perché nella guarigione l’uomo può sperimentare l’ebbrezza di finire o di ricominciare! O tutto o niente!

Apparentemente tutto sembra positivo. In realtà se la malattia coincide con te, con la tua esistenza, è lei a guidare la tua vita, a rinchiuderti in lei. E’ ciò che ti offre la scienza medica e la religione: tu sei la malattia e il tuo futuro è lì. Di qui la corsa verso tutte le possibilità di guarigioni lecite e illecite, scientifiche e religiose, pur di trovare in questa corsa la sensazione di una speranza.

Ma Cristo ci ha liberati da questa corsa!

Cari amici,

il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, ha deciso di non sottometterci più alla malattia, ma di guardarla dall’alto. Io e la mia malattia non siamo più la stessa cosa, ma la malattia è in me, ma io non sono la malattia.

La sua morte e resurrezione ha distrutto questa identità. Come Lui ha guardato in faccia la malattia e la morte, così colui che vive con Lui la vive ma non la subisce.

Noi siamo molto attratti da esperienze al limite della condizione umana. Non seguitele, state lontani! Molte volte sono descrizioni utopistiche e fantasiose. Solo Cristo ha preso su di sé la mia malattia e solo Lui può aiutarmi a chiamarla per nome, senza la paura di essere identificato con essa.

Lui è con me, è in me e con i suoi occhi posso guardare la mia sofferenza. La mia esistenza è grande nonostante tutto!

Cari amici,

la Quaresima è il tempo per scoprire la grandezza della mia esistenza, dei miei progetti del mio futuro. Con Lui! Ma mai nel gioco infernale del dentro o fuori! Si diventa maturi solo quando si diventa protagonisti della propria esistenza, imparando a dispiegare il proprio tempo sui tempi di Dio.

Quante sofferenze ci provochiamo a causa del desiderio di cercare soluzioni immediate e radicali, senza chiedere consiglio, suggerimento ad amici! È la trappola della mentalità delle guarigioni.

È questo il nostro peccato: cercare il Dio che guarisce e che non cura, che interviene con potenza e non che si prende cura. Ma tu sei un uomo, sei una donna e non un automa!

La società cerca automi!; personaggi straordinari del tutto o niente, del dentro o fuori, che non hanno più pazienza di sé e degli altri, padroni assoluti del tempo. Non c’è più il tempo di prendersi cura di se e dei fratelli!

Solo Cristo può liberarci dall’oppio dei popoli, donandoci la vita nuova che ci radica nella storia e ci fa gustare l’eternità.

Solo così può nascere la nuova stagione del “prendersi cura”, l’uno dell’altro, tenendoci per mano per costruire un futuro. E’ la cultura dell’incontro che papa Francesco ci invita ad elaborare e a diffondere.

Non cercare altri salvatori, perché solo Cristo è il Salvatore dell’uomo, di tutto l’uomo. Se lo scoprirai vicino a te, nella quotidianità della tua esistenza, allora imparerai che l’orizzonte della vita è più ampio, che le possibilità di scelte sono più ampie, che tutto non è già deciso.

Con Cristo la novità è sempre di casa! È la novità di chi ha un cuore libero dal peccato che è la causa della ricerca di nuovi oppi dei popoli, quelli che guarendo ci distruggono la nostra esistenza.

Coraggio, non sei solo! Insieme corriamo verso di Lui, con le nostre malattie, perché abbiamo un grande medico che sa curarci. L’unico che vuole davvero il nostro bene!

Buona e Santa Quaresima.

Vi benedico di cuore

Vostro

+ Lorenzo Leuzzi

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ZENIT Staff

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