Il canto della fiducia

Con Dio-Papà, a qualsiasi età siamo necessariamente quei bambini che hanno il diritto di stare sempre in braccio

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Avevo appena finito di stampare l’ultimo libretto della serie. A commento di alcuni aneddoti raccontati in quelle pagine, l’amico Laus mi confida che quelle righe gli hanno rievocato episodi analoghi della sua infanzia. Fermando le mani che stavano lavando i piatti, si mette d’impegno a frugare nella sua mente nel tentativo di far riemergere i primi ricordi della sua vita.

“Avevo tre anni” – comincia. E mi accorgevo che, immerso nel suo racconto, non mi guardava più; era certo del mio ascolto che visibilmente lo appagava.

“Avevo tre anni. Mi piaceva un mondo andare in braccio alla mamma. Ma, pazienza andare in braccio, da dove non volevo più scendere. Pur standoci proprio volentieri, ricordo che soffrivo un disagio, senza che la mamma mai me lo avesse detto: ero cosciente di avere tre anni, con il timore di pretendere qualcosa di troppo.

A tre anni, in braccio alla mamma, con quel peso che avevo!…Ora vedo quanto ama una mamma. Pensa, Andrea, che il momento più bello in cui godevo la mamma, era quando appoggiavo la mia testolina sulla sua spalla. Era un canto di abbandono e di fiducia”.

Quasi rientrando da una realtà paradisiaca, mi guarda e mi dice: può servirti per i tuoi libretti!?!

Aveva già capito che con Dio-Papà, a qualsiasi età siamo necessariamente quei bambini che hanno il diritto di stare sempre in braccio e reclinare la testolina sulle sue spalle per continuare il canto della fiducia e dell’abbandono.

Ciao da p. Andrea

Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.

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Andrea Panont

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