"Una miserabile provocazione". Sono questo, secondo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli insulti e le minacce contro la Sinagoga di Roma e altri luoghi della comunità ebraica, avvenuti nei giorni di preparazione alla Giornata della Memoria.

Come riferisce l'Ansa, durante il suo discorso alla celebrazione della ricorrenza al Quirinale, il Capo di Stato ha esordito dicendo: "Lasciate innanzitutto che io sbarazzi subito il campo dalla miserabile provocazione che è stata appena tentata contro tutti noi". "Gli autori, che spero possano essere rapidamente individuati, di un insulto assimilabile solo alla stessa ripugnante materia usata in quei pacchi - ha aggiunto riferendosi alla testa di maiale recapitata alla Sinagoga - non hanno nulla a che vedere con la Roma e i romani che per sentimento umano e civile, consapevolezza democratica, educazione e cultura, sono fraternamente accanto agli uomini e donne di origine e religione ebraica, stringendosi ad essi in un abbraccio di solidarietà e in un impegno di lotta rigorosa contro ogni forma di antisemitismo".

Il presidente ha quindi invitato a mantenere la "vigilanza contro ogni insorgenza di antisemitismo, comunque camuffato". "La difesa della pace e dei diritti umani - ha sottolineato - sono le basi fondamentali della nostra democrazia. Una democrazia che non può in nessun momento ignorare i rischi cui possono essere esposti, anche tornare ad essere esposti, gli innocenti e gli indifesi di sempre". Ovvero quelle categorie deboli che nel suo intervento Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche, ha individuato negli "ebrei, Rom, Sinti, disabili, malati di mente, omosessuali", a cui Napolitano a braccio ha aggiunto "anche gli stranieri".

Riguardo al negazionismo nei confronti dell'Olocausto, il Capo di Stato ha affermato che esso si può combattere con "le armi della cultura e dell'istruzione", che vanno sempre "privilegiate", e ha infine accennato alla legge in discussione al Senato che introdurrebbe il reato di negazionismo.