Il numero de “La Civiltà Cattolica” che uscirà domani, sabato 1° febbraio, sembra particolarmente incentrato sul tema della comunicazione. Andrzej Koprowskj della Radio Vaticana concentra la sua attenzione sulla multimedialità della emittente radiofonica. Giovanni Sale dedica un pezzo a Papa Paolo VI e al tema del dialogo Chiesa-mondo. Gianpaolo Salvini presenterà gli incontri di inizio anno di Papa Francesco.
Ma vorremmo concentrare la nostra attenzione sul primo degli articoli di questo numero di febbraio redatto dal Direttore de “La Civiltà Cattolica”, Padre Antonio Spadaro. Il religioso commenta il messaggio di Papa Francesco per la 48a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali e coglie l’occasione per provare a delineare un profilo del grande Papa comunicatore.
Per il Direttore de “La Civiltà Cattolica”, il segreto della comunicazione di Papa Francesco sta nella sua corporeità “naturalmente sbilanciata sull’interlocutore”. Lo si è potuto subito apprendere quando Papa Francesco si è affacciato per la prima volta dalla Loggia delle Benedezioni e ha chiesto, chinando il capo, la preghiera dei fedeli presenti in Piazza San Pietro su se stesso. Padre Spadaro spiega che il Papa “ha reso attivi chi era immaginato come recettore e la conseguenza è stata che tutta la piazza ha reagito, partecipando, in prima persona, alla costruzione dell’evento”.
Lo stesso processo comunicativo è stato messo in atto quando un ragazzo si è scattato una foto col cellulare inquadrando il Papa, se stesso e i suoi amici. Anche in questo evento il Papa ha reso protagonisti coloro che in genere sono, a livello comunicativo, solo spettatori. La conclusione che il religioso ne ricava è che “dunque, più che comunicare, Papa Francesco crea eventi comunicativi, ai quali ci si sente richiamati a partecipare attivamente.
L’analisi di Padre Spadaro prosegue analizzando sei occasioni nelle quali il Papa ha avuto modo di parlare del tema della comunicazione, per giungere infine a delle considerazioni su testo che il Pontefice ha preparato in occasione della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che avrà per tema “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”.
Padre Spadaro osserva come il Pontefice abbia iniziato la sua riflessione sulla condizione del mondo attuale globalizzato anche grazie a internet che in un certo senso “esprime la profezia di un mondo nuovo, anche perché può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà”. Una possibilità che si può realizzare solo se la rete diventa mezzo di condivisione.
Spadaro, uno dei massimi esperti in campo ecclesiale per ciò che concerne la comunicazione e le nuove tecnologie, ritiene che sia facile ridurre internet ad una infrastruttura tecnologica, perdendo così tutta la sua dinamica antropologica. Bisogna invece tenere conto che “la nostra vita è già una rete, anche senza i tablet e gli smartphone”. E proprio per questo motivo il Papa scrive: “la rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili, ma di persone”.
La Chiesa comunica da sempre, comunica la “buona novella” cioè il Vangelo, per cui la sua attenzione verso il mondo delle comunicazioni sociali è del tutto naturale e legittima. Lo sottolinea anche il Papa, quando afferma: “la comunicazione concorre a dare forma alla vocazione missionaria di tutta la Chiesa”.