Quando mancano due giorni alla celebrazione della Giornata della Vita Consacrata, è stato presentato il programma per l’Anno che la Chiesa dedicherà a questo importantissimo settore vocazionale.
Intervenendo in Sala Stampa Vaticana, il cardinale Joao Braz de Aviz e monsignor José Rodriguez Carballo OFM, rispettivamente prefetto e segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, hanno illustrato le finalità e lo spirito di una iniziativa che, sul piano pratico, è ancora tutta in divenire ma che ha come obiettivo concreto il rilancio della vita religiosa in tutto il mondo cattolico.
“Questo Anno della vita consacrata è stato pensato nel contesto dei 50 anni del Concilio Vaticano II, e più in particolare nella ricorrenza dei 50 anni dalla pubblicazione del Decreto conciliare Perfectae caritatis sul rinnovamento della vita consacrata”, ha spiegato il cardinale Braz de Aviz.
Effettivamente, ha proseguito il porporato, in questi 50 anni la vita consacrata “ha percorso un fecondo cammino di rinnovamento, non esente certamente da difficoltà e fatiche, nell’impegno di seguire quanto il Concilio ha chiesto ai consacrati: fedeltà al Signore, alla Chiesa, al proprio carisma e all’uomo di oggi”.
L’Anno dedicato alla vita consacrata, sarà quindi l’occasione per “gridare al mondo con forza e con gioia la santità e la vitalità” di ordini e congregazioni spesso poco conosciuti e comunque lontani dai riflettori.
Gli obiettivi sono fondamentalmente tre: 1) fare “memoria grata” di 50 anni di Concilio e post-Concilio; 2) “abbracciare il futuro con speranza”; 3) “vivere il presente con passione”.
I religiosi e le religiose vivranno questo momento per “evangelizzare la propria vocazione”, “testimoniare la bellezza della sequela Christi nelle molteplici forme in cui si esprime la nostra vita” ma anche “svegliare il mondo” con la loro “testimonianza profetica” e la loro presenza nelle periferie esistenziali della povertà e del pensiero”, come papa Francesco ha chiesto ai Superiori generali.
Da parte sua monsignor Carballo ha sottolineato che sarà proposto al Santo Padre che l’Anno dedicato alla Vita Consacrata inizi il prossimo ottobre (o eventualmente il 21 novembre, Giornata mondiale Pro orantibus), in coincidenza della pubblicazione della Costituzione conciliare Lumen gentium, e si concluda nel novembre 2015.
Sono inoltre allo studio incontri per religiosi e formatori, un congresso internazionale, una mostra e un simposio sulla gestione dei beni economici e patrimoniali da parte dei religiosi.
Un ulteriore importante passaggio riguarda la revisione del documento Mutuae relationes sui rapporti tra i Vescovi e i religiosi nella Chiesa e l’attualizzazione dell’istruzione Verbi Sponsa, che tratta dell’autonomia e della clausura delle suore interamente contemplative, l’elaborazione del documento sulla vita e la missione dei religiosi fratelli, delle linee guida e orientamenti sulla gestione dei beni.
Durante l’Anno della vita consacrata si attende dal Santo Padre una nuova Costituzione Apostolica sulla vita contemplativa al posto dell’attuale Sponsa Christi promulgata dal Papa Pio XII nel 1950.
Rispondendo ad una domanda di ZENIT sulla crisi delle vocazioni religiose, il cardinale Braz de Aviz ha ricordato che la riscoperta dei carismi dei fondatori è proprio “una delle richieste del Concilio Vaticano II”, laddove spesso le congregazioni in crisi tendono ad “aggrapparsi ad alleati culturali che in genere non hanno nulla a che vedere con il carisma”.
Per riportare “freschezza e vivacità” nella vita consacrata è quindi necessaria un’opera di “purificazione” dalle “cose non necessarie”.
Altra dimensione da recuperare è quella di una “vera vita di comunità”: anche tra gli istituti religiosi, ha osservato Braz de Aviz, fanno spesso capolino atteggiamenti di “individualismo”, persino nella “spiritualità”.