Se la Santa Sede stabilisce di seguire da vicino situazioni delicate, relativamente a congregazioni religiose, per mezzo di commissariamenti o visite apostoliche, non lo fa con intenzioni punitive ma solo per incentivare al massimo il potenziale vocazionale di quegli ordini.
Lo hanno confermato il cardinale Joao Braz de Aviz e monsignor José Rodriguez Carballo OFM, rispettivamente prefetto e segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, nel corso della conferenza stampa di annuncio dell’Anno dedicato alla vita consacrata.
L’argomento è stato affrontato in risposta ad alcune domande dei giornalisti in merito a due congregazioni religiose, attualmente sottoposte ad un processo di profonda revisione interna ed accompagnamento da parte della Santa Sede: i Legionari di Cristo e i Francescani dell’Immacolata.
I Legionari di Cristo, hanno precisato i due rappresentanti del Dicastero vaticano, non sono attualmente sotto la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, bensì direttamente sotto il Santo Padre, attraverso la figura del delegato pontificio, il cardinale Velasio De Paolis.
Al termine del Capitolo Generale attualmente in corso, si valuterà se i Legionari torneranno o meno a far parte del Dicastero Vaticano: in caso affermativo significherà “un ritorno alla normalità come istituto”.
Quanto alla controversa e criminosa figura del fondatore Marcial Maciel, il cardinale Braz de Aviz, ha sottolineato che bisogna “distinguere i carismi dai fondatori” e che non sempre questi ultimi “vivono secondo la grazia che comunicano”.
Monsignor Carballo ha poi precisato la situazione in merito ai Francescani dell’Immacolata, il cui commissariamento è stato avviato, quando durante la visita apostolica “il 74% dei membri ha richiesto un intervento urgente della Santa Sede per risolvere i problemi interni all’istituto, proponendo un Capitolo Generale Straordinario, presieduto da un rappresentante del Dicastero o il commissariamento da parte delle Santa Sede”.
Il Dicastero, fatte le opportune valutazioni, ha optato per la seconda ipotesi, nominando il cappuccino padre Fidenzio Volpi come commissario apostolico. La decisione è stata presa ai fini di “superare le difficoltà di un istituto che sta crescendo”.
Il commissariamento, tuttavia, “non è mai una punizione per la Santa Sede” bensì una “benevola attenzione che esprime la maternità della Chiesa”. Inoltre la controversia relativa al rito liturgico “non è assolutamente il motivo principale di tale intervento”, ha poi concluso il presule.