Ritrovata parte della reliquia di Wojtyla rubata in Abruzzo

Rinvenuta nella sede del Sert di Collemaggio, su indicazione dei ladri, due ventenni tossicodipendenti. Nessuna traccia dell’ampollina contenente il sangue del Beato

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Sono due giovani tossicodipendenti di 23 e 24 anni gli autori del furto della reliquia di Giovanni Paolo II, rubata, nella notte tra sabato e domenica scorsa, nel santuario di San Pietro della Ienca, alle falde del Gran Sasso. 

Fermati questa mattina dalla Polizia de L’Aquila, i due ragazzi hanno confessato il reato e indicato agli inquirenti il luogo dove ritrovare la teca ed il crocifisso, ovvero la sede del Sert di Collemaggio (Aq). Sarebbe andato tutto bene, se non fosse per il fatto che ancora manca la reliquia vera e propria, ovvero l’ampollina contenente un pezzo d’abito del Papa polacco intriso del sangue dell’attentato del maggio 1981, donata dal cardinale Dziwisz alla chiesetta nel 2011.

I due giovani avrebbero confessato di aver gettato in alcuni cespugli il lembo sacro, perché presi dal panico. Una versione che però non convince completamente gli inquirenti, che comunque hanno avviato ricerche di diverso tipo e che continuano a sottoporre i due giovani a lunghi interrogatori. Fermati per un furto su un autobus, i tossicodipendenti sono stati inchiodati dalle loro stesse dichiarazioni che hanno permesso alla squadra mobile de L’Aquila di collegare la sacra trafugazione con i due soggetti. La polizia prosegue quindi nelle ricerche dell’ampollina ed è a caccia di un terza persona, probabilemente implicata nel furto.

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ZENIT Staff

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