Anche a distanza di giorni continuano ad arrivare nuove testimonianze dell’evento che, dal 17 al 19 gennaio 2014, ha incantato il cuore di Manhattan: il New York Encounter, il “Meeting di Rimini” oltreoceano promosso dal movimento di Comunione e Liberazione e dal Crossroards Cultural Center. Continua a stupire la scoperta di eventi, spettacoli, mostre e conferenze attraverso la voce di chi ha ancora negli occhi la bellezza e la vivacità di questi tre giorni.
Come quella di una giovane studentessa italiana, da pochi mesi negli Stati Uniti per un dottorato in Storia dell’arte e sbarcata per la prima volta all’Encounter, che racconta la sua esperienza di volontaria come guida alla mostra “The face of Jesus”, dedicata al Volto Santo di Manoppello.
«Dal primo momento quello che mi ha impressionato è stato vedere come sono stata accolta e guidata dalle persone che lavoravano lì – dice la giovane -. Sono arrivata da sola, direttamente dall’Italia dopo le vacanze, e ho subito incontrato chi mi ha indicato la strada e si è preso cura dei miei bagagli». Rapporti nati in pochi giorni con le persone più diverse, eppure già estremamente familiari: «Ho avuto la possibilità di conoscere persone radunate da ogni parte dell’America e del mondo. Amici interessati a me e a chiunque si trovassero di fianco».
Un’attenzione che non si è limitata alla persona, ma si estesa anche al lavoro di volontaria che ha svolto. «Mi sono stati assegnati i turni di lavoro, dati i contatti per eventuali domande. Ho assistito ad una presentazione per i volontari in cui si è sottolineata l’importanza del mio ruolo e mi è stato suggerito ogni strumento perché il mio contributo potesse essere proficuo al massimo». «Inizialmente – prosegue la studentessa – non ero molto convinta del lavoro che avrei dovuto fare, eppure vedere l’impegno dei miei colleghi, lo stupore di quelli che venivano a visitare la mostra, ha fatto sì che in me crescesse un interesse grande per quello che stavo spiegando, tanto da parlarne per ore al giorno».
Tra gli altri aspetti che hanno colpito la ragazza dell’Encounter ci sono stati la «varietà delle iniziative» e la «creatività dei relatori», perfettamente in sintonia con il luogo in cui si trovavano. La nota tutta americana di questo evento è stata infatti evidente nel modo «frizzante, stringato e accattivante» in cui venivano introdotti gli incontri, così come in numerosi dibattiti, come quello tra il teologo Lorenzo Albacete e il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston, o tra Padre John Cameron, direttore della rivista Magnificat, e don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione.
Di Albacete, la studentessa italiana racconta la capacità di mantenere viva l’attenzione, anche grazie ad un’ironia acuta, «dando l’impressione di portare fuori tema la discussione, per poi infine rindirizzarla ad alcuni punti chiave». «La stessa ironia l’ho vista nelle domande incalzanti che Cameron ha posto a Carrón», che però non ha impedito di toccare punti essenziali. E, infine, la profondità dei suggerimenti di don Carrón a «seguire il desiderio di vivere ogni istante con curiosità, per trovare una risposta nelle cose che succedono durante la giornata: questo porterà ad un’esperienza rivoluzionaria possibile per ciascuno».
Riassumendo l’esperienza di questi giorni, la giovane affrma: «Ho visto modi di espressione diversi e affascinanti nella ricerca e nella sequela dell’avvenimento cristiano, come ad esempio nella serata dei cori provenienti da vari Paesi del mondo, dove in forme diverse si celebrava il desiderio di vedere la bellezza e la felicità nelle cose. Direi che ho fatto esperienza della creatività e della possibilità di comunione perpetua che la fede genera nelle persone».