“Memorie di attualità” (edito da la Modernissima), così si intitola il libro scritto da monsignor Vincenzo Rimedio, vescovo emerito di Lamezia Terme.
Si tratta di un lavoro davvero “completo”: un excursus storico del proprio percorso episcopale, della propria esperienza di Pastore, dei propri studi filosofici, teologici, spirituali.
Sono molteplici gli ambiti d’interesse che mons. Rimedio ha toccato: l’etica, la famiglia, il mondo dei giovani, le figure sacerdotali, la politica, i temi filosofici e religiosi, gli squarci di vita quotidiana, vissuta a Lamezia e nel Vibonese.
Un testo denso di attualità dove la “memoria” si fa messaggio per l’uomo d’oggi e dove il pensiero palesa la fede, la verità e l’amore per Cristo. È un libro di 183 pagine che parla al cuore dell’uomo, perché nasce dal cuore stesso, mantenendo uno stile di scrittura, insieme, elegante e profondo. Ogni pagina è assimilabile a un velo che, di parola in parola, dischiude orizzonti sconfinati di riflessione dottrinale e spirituale.
Il libro, preceduto da una breve biografia e da una corposa presentazione del prof. Raffaele Gaetano, fa trapelare la passione dell’autore che, con grande precisione è riuscito a “fotografare” i diversi scenari della società odierna, offrendo, così, risposte esaurienti.
Le varie riflessioni invitano il lettore a un accurato confronto con la fede e la morale della Chiesa. In esse è possibile scorgere la predisposizione interiore di chi è stato sempre in dialogo con le persone e ha promosso sempre la verità e l’inalienabile valore della dignità personale.
Le sue argomentazioni seguono il filo rosso, felicemente “controcorrente”, del Vangelo creduto e vissuto: le parole di Mons. Rimedio, infatti, ancorandosi ai valori evangelici, danno voce alla coscienza di quanti sono alla ricerca di risposte vere, decise, non illusorie.
È possibile cogliere, negli articoli o nelle lettere, la sensibilità dell’autore sul nesso esistente tra ragione e religione, tra scienza e fede. La sua conoscenza dei documenti ecclesiali, del magistero ecclesiale, rappresenta il terreno fecondo sul quale ogni questione o prospettiva trova il suo fondamento speculativo e il punto di partenza per eventuali precisazioni.
Nel ripercorrere i momenti decisivi dei suoi anni, l’autore rileva l’importanza della cultura per ogni uomo.
La Sacra Scrittura appare come il punto di partenza per la lettura e la comprensione del reale: solo Dio, infatti, che si è rivelato, in modo pieno e definitivo, in Gesù Cristo, è la risposta ai dubbi e ai perché dell’uomo. La cultura è simile a un “terreno” sul quale occorre impiantare il seme della Parola di Dio, l’unica fonte da cui scaturisce la vera moralità dell’azione.
La fede è fruttuosa solo quando si incultura nella storia, impregna, in modo “performativo”, il vissuto dell’uomo nella sua dimensione individuale e sociale, come asserisce l’autore: Gesù ha compiuto con la sua vita e con il Vangelo un’opera di elevazione degli uomini, attuando i suoi insegnamenti e additando traguardi luminosi di liberazione dalle schiavitù di ogni genere (p. 38).
Non si può creare una morale senza il Vangelo. Quest’ultimo è la sola sorgente della felicità e della salvezza di ogni uomo. Come si rileva dall’attenta esposizione dell’autore, l’uomo non può vivere prigioniero del pernicioso fenomeno del relativismo che assolutizza il gusto personale piuttosto che il riferimento alla legge divina.
Quelle di mons. Rimedio sono argomentazioni cariche di fermezza che, talora, assumono tratti di comprensibile monito per quanti sono chiamati, nella Chiesa, a essere guide responsabili e formatori del popolo.
Secondo l’autore, occorre rivolgersi, in primo luogo, a quei cristiani che vivono la fede in modo occasionale, agli indifferenti in materia di fede, gli atei, i laicisti, tutti questi non possono essere rimossi dal cuore del presbitero. […] C’è una società liquida, cioè instabile, incerta: è compito della Chiesa farsi carico della situazione e portarvi la certezza della fede che possano orientare nello smarrimento quasi generale (p. 47).
Di alto spessore speculativo sono le riflessioni filosofiche e le testimonianze di vita cristiana che mettono in risalto alcuni paradigmi di pensiero e alcuni stili di vita, utili a decifrare il valore antropologico e spirituale della società odierna.
Non mancano riferimenti alla politica: Le vie nuove dovrebbero concretizzarsi a livello antropologico, etico e politico, tre aspetti che esprimono l’importanza delle “potenzialità” da valorizzare le quali richiedono sane ambizioni per chi desidera ricercare solo il bene comune, il senso della giustizia e la promozione culturale.
Tali prospettive consentono ai giovani del nostro tempo di lasciare eventuali stili di vita disordinata e di deriva esistenziale, evitando che si rafforzino quelle strutture di peccato che condizionano, fin dalla loro giovane età, il modo di pensare e di vivere.
Alessandro Carioti è docente di Teologia dogmatica nell’Istituto di Scienze religiose di Catanzaro