Far coincidere realtà e misericordia!

Il Cardinale Christoph Schönborn OP, Presidente della Conferenza episcopale austriaca, spiega la differenza tra ciò che viene raccontato dai media e ciò che è invece la realtà della Chiesa

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In occasione della visita ad limina dei Vescovi austriaci, il servizio SeDoc (Comunicazione Servizio Documentazione) della Radio Vaticana ha diffuso la traduzione di una intervista al Cardinal Christoph Schönborn OP, Presidente della Conferenza episcopale austriaca. 

Ne riportiamo alcuni stralci. 

L’ultima volta che si è sentito parlare della chiesa austriaca a Roma è stato durante l’omelia di Benedetto XVI nel corso della Messa Crismale del Giovedì Santo nel 2012, in cui il Papa manifestava le sue preoccupazioni circa la Pfarrer-Initiative (“Iniziativa dei parroci”). A due anni di distanza come si presenta la Chiesa d’Austria in occasione della visita ad limina? Qual è la situazione della Chiesa nel Paese? 

S. “Il fatto che, in questo momento, ai media non vengano offerte situazioni particolarmente interessanti sulla chiesa in Austria, può essere interpretato come un segno che le cose vanno male, oppure come la prova che gode di buona salute. Scrivere della Chiesa e scrivere della reale vita della Chiesa sono questioni decisamente differenti. Io l’ho sperimentato molto chiaramente durante l’intera vicenda ‘dell’iniziativa dei parroci’. In tutto il mondo la percezione della Chiesa austriaca ruotava intono a quell’unico tema. L’unico ‘segno particolare’ era ‘l’invito alla disobbedienza’. Ogniqualvolta mi capitava di incontrare dei vescovi provenienti da diverse parti del mondo, mi dicevano sempre: “Poveri voi, che cosa spaventosa!”; al che io spiegavo ogni volta che i preti che avevano aderito all’iniziativa erano soltanto una piccola percentuale e quasi tutti nel distretto di Promill. Quando lo dicevo c’era sempre grande sorpresa. Da ciò si comprende la differenza tra ciò che viene raccontato dai media e ciò che è invece la realtà della Chiesa.

Lei mi domanda se la chiesa in Austria sta vivendo una situazione positiva o negativa? E’ nel mezzo di un grande processo di cambiamento.  Sta chiaramente evolvendo da una chiesa di popolo a una chiesa vocazionale. Nel complesso, la struttura stessa della Chiesa, ma soprattutto la vita della chiesa, negli ultimi 16 anni è cambiata radicalmente, la parrocchia è diventata una piccola comunità.” 

Ciò che Roma vorrebbe attualmente dalla Chiesa universale sono le risposte al Questionario, lei ha portato con sé dei risultati?

Alcuni vescovi austriaci si sono già espressi, come il vescovo Elbs che ha parlato del bisogno di misericordia, in tutte le diocesi germanofone si manifesta una profonda discrepanza tra dottrina e fede vissuta. Presenterà le sue considerazioni durante la visita?

“E’ impossibile compiere un’analisi in così breve tempo. Per quanto riguarda l’Austria sono arrivate se ho bene inteso 30mila risposte, è un dato enorme ed è un buon segno. C’è un grande interesse al riguardo. Ma una valutazione seria richiede naturalmente più tempo di quello che al momento abbiamo a disposizione. In questo momento la cosa importante è che ci sia un così gran numero di persone che se ne stanno occupando e che ci sia un così grande interesse intorno a questa questione.” 

Ma volendo fare una supposizione: la tendenza sarà simile, tra trasmissione della fede e prassi ci sarà un abisso… 

Posso tentare di dirla così: i desideri, le speranze e le aspettative coincidono più di quanto ci si aspetti con ciò che la Bibbia e la Chiesa affermano in materia di matrimonio e famiglia. Ciò che per molte persone resta il quadro di riferimento è: una relazione riuscita, una famiglia riuscita, una società in cui le diverse generazioni siano unite nella famiglia. La realtà molto spesso non corrisponde a questa visione e creare un ponte tra ciò che si desidera e ciò che invece è, ciò che di fatto si riesce a fare, è naturalmente la grande sfida che si pone di fronte a tutti noi. La questione cruciale, che non soltanto pone Papa Francesco, ma che naturalmente è già nel Vangelo, è quella di far coincidere realtà e misericordia. La misericordia di Dio e degli uomini, nei confronti di ciò che solo talvolta riesce come si vorrebbe, o non  riesce affatto, nei confronti di è sperato e atteso e anche di ciò che è  l’insegnamento e l’indirizzamento che Dio da agli uomini. Riuscire a mettere insieme queste cose è un compito molto difficile e che peraltro non è affatto nuovo. Un Cancelliere austriaco ha detto una volta questa frase: Imparate la storia! Rifletto spesso sul fatto che dimentichiamo, quanto poco scontato fosse il matrimonio prima. Noi ci comportiamo come se la convivenza tra le persone al di fuori del matrimonio, che per le giovani generazioni, e non solo per loro, è divenuta ampiamente scontata, non fosse una assoluta novità nella storia dell’umanità. Io credo che dovremmo prendere assolutamente sul serio le difficoltà attuali, ma allo stesso tempo non dobbiamo esasperarle drammaticamente. 

Traduzione a cura di Stefano Leszczynski 

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Bernd Hagenkord

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