Ognuno è qui per completare l'affresco!

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura

Gesù ha iniziato la sua missione chiamando i primi quattro discepoli (Mc 1,16); in seguito chiama Matteo, dal suo banco delle imposte. Egli è sempre seguito dai discepoli e dalle folle, ma oggi il Maestro chiama altri a seguirlo e ne «costituisce dodici». Gesù chiama ognuno per nome, e nel nome c’è tutta la conoscenza della loro storia, delle loro debolezze, dei loro desideri! Proprio loro! Proprio io? Perché no! A tutti è consegnata una fragile e preziosa missione, al di là delle nostre capacità. A quelle ci pensa Dio. È il messaggio forte di questo Vangelo. 

Meditazione

Alla libertà della chiamata è associata la libertà della risposta. La chiamata poggia su due movimenti apparentemente contraddittori: stare e andare. Ma se “stai” con lui, non “vai”… ma non è così! Lo stare con Lui è il presupposto per andare a predicare Lui e non se stessi. Essere radicati in Lui è l’azione primaria, mentre predicare è quella secondaria. Il Signore chiama ognuno con il suo nome perché non sceglie a caso, ma chiama ciascuno ad una missione precisa, che Lui conosce da sempre (cfr. Gal 1,15). È Lui a decidere chi chiamare perché vede il buono che neanche il “chiamato” stesso vede di sé. «Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario» (Benedetto XVI). Dio non chiama, non sceglie persone adatte alla missione, ma Egli stesso le mette in grado di svolgere il compito che gli affida. Non si tratta di una autocandidatura per cui presentare referenze: l’unica cosa richiesta è andare a stare con Lui. I Dodici sono “messi insieme”, ognuno con le sue caratteristiche, da Gesù, compreso Giuda, il quale poi lo tradì. Non si sono scelti da soli. Lo ha ricordato papa Francesco quando, rivolgendosi ai seminaristi, ha detto: «Io non mi fido di quel seminarista, di quella novizia, che dice: “Io ho scelto questa strada”. Non mi piace questo! Non va! Ma è la risposta ad una chiamata e ad una chiamata di amore». Essere scelti significa che è possibile trarre la forza e la grazia da Dio. 

Preghiera

«T’invoco, Dio mio, misericordia mia, che mi hai creato e non hai dimenticato chi ti ha dimenticato. Tu esistevi prima che io esistessi, mentre io non esistevo così che potessi offrirmi il dono dell’esistenza. Eccomi invece esistere grazie alla tua bontà, che prevenne tutto ciò che mi hai dato di essere e da cui hai tratto il mio essere. Tu non avevi bisogno di me, né io sono un bene che ti possa giovare, Signore mio e Dio mio. Io ti devo servizio e culto per avere da te la felicità, poiché da te dipende la mia felicità» (Sant’Agostino, Confessioni, XIII,1,1). 

Agire

Prego per le vocazioni? Per i sacerdoti? Oggi offro le fatiche, le preoccupazioni, le incomprensioni che mi capiteranno per quest’intenzione. 

Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Romatratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione