Il cuore del messaggio per la XLVII Giornata Mondiale della Pace di Papa Francesco è la fraternità: un modello da perseguire in ogni momento della vita, uno stile e un modo di relazionarsi con gli altri e con tutti gli ambiti della nostra società, un dono che viene da Dio Padre ma che ha bisogno di concreti fratelli e sorelle.
Con l’iniziativa “Dipingi le piazze di pace”, come ogni gennaio, la Gioventù Francescana (Gi.Fra.) d’Italia promuove la diffusione del Messaggio nelle singole realtà locali, chiamate “fraternità”. La fraternità è, infatti, uno dei carismi portanti di tutta la famiglia francescana e il fatto che il Papa l’abbia messa al centro del suo primo Messaggio per la Pace, dà maggior significato all’iniziativa.
L’iniziativa invita quindi tutti i ragazzi appartenenti alla Gi.Fra. a diffondere il contenuto delle parole del Pontefice e ad essere concreti costruttori di Pace come lo è stato San Francesco. Sono varie le possibilità di testimonianza concreta di Pace proposte dalla Fraternità Nazionale, da realizzarsi nel mese di gennaio in comunione con la Chiesa, le varie realtà ecclesiali, le altre realtà laicali e anche i cristiani di altre confessioni. E sono infiniti, come le vie dello Spirito Santo, i suggerimenti indicati: preghiere e veglie, incontri nelle scuole ed università, convegni e seminari, eventi culturali, proiezioni di film, stand informativi, marce e fiaccolate, promozione tramite social network, blog e siti personali e addirittura sms.
A questa iniziativa che durerà tutto gennaio, si aggiunge un’altro segno concreto di Fraternità verso chi è più povero. Domenica 26 gennaio si celebra la 61a edizione della Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra: per questo la Gi.Fra. d’Italia rinnova la collaborazione con l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follerau), promotrice dell’iniziativa “Il miele della solidarietà”. Attraverso la dolcezza del miele, che sarà venduto in numerose piazze d’Italia, verranno finanziati i progetti che l’AIFO porta avanti per fornire sostegno morale e cure adeguate a chi soffre ancora oggi di lebbra.
San Francesco d’Assisi dice all’inizio del suo Testamento ha scritto: “Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia”. Sebbene il compito di ogni giorno sarebbe di fare qualcosa di molto concreto per andare incontro ai “lebbrosi”, questa iniziativa sicuramente può essere un piccolo passo simbolico per cominciare a fare qualcosa di concreto verso un progetto di Pace.