Alla vigilia della visita in Vaticano del presidente François Hollande, una lettera, sottoscritta da oltre 100mila cattolici francesi, è pervenuta a papa Francesco, tramite la nunziatura apostolica di Parigi, sia nella versione cartacea, che in quella digitale.
Nella missiva vengono denunciate le politiche fortemente contrarie alla morale cristiana portate avanti dal governo socialista: dall’imposizione del matrimonio omosessuale e dell’adozione, all’educazione al gender nelle scuole, fino alla maternità surrogata, alla fecondazione artificiale e all’eutanasia.
La petizione è stata diffusa, attraverso la piattaforma CitizenGO che, da qualche tempo si batte per la difesa della vita, della famiglia e della libertà di educazione, attraverso campagne di sensibilizzazione on line.
Nella loro lettera i cattolici francesi auspicano che il Santo Padre tenga conto del loro “profondo malessere” e della loro “crescente inquietudine”, a fronte della promozione, da parte del governo Hollande, di una serie di riforme che si stanno rivelando contrarie ai “diritti fondamentali della persona umana”.
Vengono menzionate poi le “campagne mediatiche di denigrazione” esplicitamente o tacitamente sostenute dall’esecutivo francese e le “profanazioni delle chiese” mai condannate dal medesimo governo.
La legge Taubira, nota anche come Mariage Pour Tous, è definita una “legge ingiusta”, in quanto “deliberatamente priva il bambino del suo elementare diritto ad avere un padre e una madre” ed “apre la via alla mercificazione del corpo umano”.
Le manifestazioni di protesta contro la legge Taubira, che vanno avanti da ormai un anno, non solo sono state ignorate dal presidente Hollande, ma sono state oggetto di repressione da parte delle forze dell’ordine, “con metodi indegni, già denunciati dal Consiglio d’Europa, in una risoluzione del 1947”.
C’è stato persino – denuncia la petizione – chi, come il portavoce di un senatore socialista sostenitore del Mariage Pour Tous, “esortava a tirare sulla folla degli oppositori della legge Taubira, ricevendo il sostegno incondizionato del senatore stesso”.
Le già citate profanazioni dei luoghi di culto cattolici, sottolinea la petizione, “si sono moltiplicate recentemente per iniziativa di un gruppo di femministe radicali, le Femen” e il silenzio mediatico e politico intorno ad esse, stride con la “severa unanimità” con cui sono state condannate le aggressioni compiute contro altre comunità religiose radicate nel paese.
La lettera lamenta poi l’inopportuno sarcasmo sulla celebrazione eucaristica, da parte del ministro del Lavoro che, qualche tempo fa, aveva dichiarato: “Non stiamo cantando le litanie. Non siamo a messa a pregare. Siamo invece nell’azione quotidiana”.
Gli attacchi contro i cattolici “vanno di pari passo con la volontà governativa di promuovere gravi regressi dei diritti fondamentali della persona umana”, si legge ancora nella petizione.
Viene citato l’esempio del ministro dell’educazione nazionale, Vincent Peillon, che ha manifestato la propria volontà di “strappare gli allievi a ogni determinismo”, compreso quello familiare, minacciando così il diritto dei genitori di educare i propri figli secondo le loro convinzioni.
A conclusione della lettera, i cattolici francesi invitano papa Francesco a farsi portavoce del loro “malessere” e di riferire al presidente Hollande la loro “tremenda inquietudine”, durante l’incontro di domani.