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Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Questa lettura continua del Vangelo di Marco ci provoca. C’è un duplice atteggiamento che, non solo i personaggi del racconto, ma ciascuno di noi può assumere nei confronti delle parole e dei gesti di Gesù. Possiamo restare sordi alla novità che Egli porta nella storia, e come i farisei, chiuderci alla gioia e alla salvezza, oppure, più semplicemente, come il paralitico, accettiamo l’invito di essere guariti! Aderire alle parole di Gesù, spesso dure da accogliere, porta sempre delle sorprese. L’uomo dalla mano paralizzata si ritrova sanato, mentre i farisei escono covando odio e disprezzo. A noi la scelta!

Meditazione

È sabato e i farisei aspettano solo di cogliere in fallo Gesù, certi che in qualche modo trasgredirà la legge. E così accade. Perché Gesù, pur sapendo che loro non aspettavano altro, non si lascia guidare dal rispetto umano. Vuol fare la volontà del Padre, cui sta a cuore la salvezza dell’uomo. E qui, in sinagoga, gli si presentano due occasioni. Da un lato ci sono i farisei. Essi non riescono a vedere al di là della propria superbia e delle proprie sicurezze. Gesù cerca di provocarli sulle loro priorità: conta di più un uomo o la fredda osservanza di una norma di cui si è ormai diventati schiavi? Egli desidera la loro conversione, vorrebbe aiutarli a capire che è il sabato ad essere fatto per l’uomo, e non viceversa. Ma essi tacciono. Rifiutano di accogliere la salvezza che è loro offerta. E Gesù, pur se “indignato e rattristato” (v. 5), non insiste, perché egli non si impone mai alla nostra libertà. È il dono più grande (e più terribile, se lo usiamo male) che ci ha fatto, ed è anche l’unico modo, per rispondere con un amore vero a quell’amore che sempre lui per primo ci dimostra. Dall’altro lato, c’è un uomo che “sta al gioco”. Si mette nel mezzo quando Gesù glielo chiede (e ancora non gli aveva spiegato il perché!) …imbarazzante, no? Perché farlo? Non sarà ancora più difficile sollevare proprio quel braccio lì, sotto gli occhi di tutti? Eppure lo fa. È quest’atto di fede libera che ottiene il miracolo. Il Signore non ci forza. Chiede la nostra collaborazione, interpella la nostra libertà. Se diciamo “sì”, egli può fare cose grandi, anche con una materia povera: prende i nostri limiti e li trasforma, li fa diventare manifestazione della sua gloria. 

Preghiera

«Proteggimi, o Dio, in Te mi rifugio. Ho detto al Signore: “Il mio Signore sei Tu, solo in Te è il mio bene… Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita… Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”» (Salmo 16). 

Agire

Prenderò oggi anche solo una decisione “contro corrente”, che forse mi provocherà giudizi negativi, ma accetterò le conseguenze come le ha accettate Gesù e l’uomo malato del vangelo odierno. 

Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Romatratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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