“La cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo la battaglia: le persone vanno accompagnate, le ferite vanno curate”. E’ partendo da queste parole di Papa Francesco che la Lega Sacerdotale Mariana ha organizzato tre giorni di incontri, dal 27 al 29 gennaio, presso la direzione generale dei Silenziosi Operai della Croce a Roma, in via di Monte del Gallo 105. Tra i relatori: padre Luciano Sandrin, direttore della rivista Camillianum e monsignor Sergio Pintor vescovo emerito di Ozieri e consultore del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari.
“Il Convegno Sacerdotale – spiega don Armando Aufiero, sacerdote dei Silenziosi Operai della Croce e tra gli organizzatori dell’evento – si propone di leggere il ministero sacerdotale nella vita della Chiesa secondo il Magistero di papa Francesco e del carisma del beato Luigi Novarese”.
Definito da papa Giovanni Paolo II “l’apostolo dei malati”, Luigi Novarese (1914-1984), beatificato a Roma lo scorso maggio, si prese cura fin dalla seconda metà degli anni Quaranta dell’emarginazione dei disabili, fondò centri di assistenza, corsi professionali per i portatori di handicap, diede vita ad associazioni come il Centro Volontari della Sofferenza, i Silenziosi Operai della Croce e, nel 1943 la Lega Sacerdotale Mariana, nata per portare aiuto ai preti infermi, feriti o in gravi condizioni economiche a causa della guerra. Organizzò convegni internazionali su temi religiosi e scientifici mettendo a confronto medici e malati, sottolineando in particolare l’importanza che la dimensione spirituale viene ad assumere nel rapporto fra l’infermo e la malattia.
Dal maggio 1942 al maggio 1970 Novarese lavorò presso la Segreteria di Stato Vaticana al servizio di cinque pontefici che ne apprezzarono la spiritualità e il carisma: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II. Nel 1970 lasciò la Segreteria di Stato e passò alle dipendenze della Conferenza Episcopale Italiana dove si occupò di pastorale sanitaria. Concluso nel 1977 il lavoro alla Cei, si dedicò interamente alla sua opera.