Era la prima volta che passavo la notte in quel condominio e per questo non conoscevo l’ambiente, né la distribuzione dei piani.
Proprio questa mattina, esco di stanza e infilo l’ascensore. Sollecitamente premo il tasto per andare al primo piano. L’ascensore non si muove. Pigio per la seconda volta, per la terza…La risposta è la non risposta.
Sto già pensando: l’ascensore non funziona. Mentre emetto un giudizio di trascuratezza nei riguardi del responsabile del condominio, si apre la porta dell’ascensore che, nel frattempo, un altro condomino ha chiamato.
-Buon giorno – mi saluta gioioso; a che piano deve andare?
-Devo andare al primo piano, ma l’ascensore non si muove, non risponde.
-Sorridendomi, mi precisa: si vede che lei è nuovo in questa casa. L’ascensore è già al primo piano; non si muove perché lei vuole andare dove è già arrivato; lei ha già ricevuto quello che chiede…
Ringrazio alla bell’e meglio il coinquilino. Sono confuso non solo per il sonno che ancora non ho smaltito, ma anche per l’imprevista e improvvisa lezione mattutina. “L’ascensore non si muove perché sono già al piano che gli ho domandato; non mi dà niente perché ho già ricevuto senza rendermene conto. Ecco perché non risponde: mi ha già elargito.
Anzi…quando Dio non risponde alla mia preghiera è per dirmi che ho già ottenuto. Allora la sua non risposta la ritengo una sua risposta che mi induce a ringraziarlo perchè la sua sollecitudine è tale da precedere la mia domanda. La sua premura confonde la mia pretesa.
Ciao da p. Andrea
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