Il Pontefice ha sottolineato la “collaborazione” tra la Rai e la Santa Sede, in particolare con i due enti vaticani: la Radio Vaticana e il Centro Televisivo Vaticano, cosìcchè “sia sul versante della radio, sia su quello della televisione, il popolo italiano ha sempre potuto accedere alle parole e, successivamente, alle immagini del Papa e degli eventi della Chiesa.”
Il Vescovo di Roma ha sottolineato che la “collaborazione” e la “memoria di un passato ricco di conquiste ci chiama a un rinnovato senso di responsabilità” perché – ha ricordato – “la vostra professione, oltre che informativa, è formativa, è un servizio pubblico, cioè un servizio al bene comune”.
“Un servizio – ha ribadito – alla verità, un servizio alla bontà e un servizio alla bellezza”, perché tutte le professionalità che fanno parte della RAI, sanno di appartenere ad un’azienda che produce cultura ed educazione, che offre informazione e spettacolo.
Ha precisato il Papa che la qualità etica della comunicazione è frutto di “coscienze attente, non superficiali, sempre rispettose delle persone, sia di quelle che sono oggetto di informazione, sia dei destinatari del messaggio”.
A questo proposito ha invitato “ciascuno, nel proprio ruolo e con la propria responsabilità”, a vigilare per tenere alto il livello etico della comunicazione”, e, in particolare ad “evitare quelle cose che fanno tanto male: la disinformazione, la diffamazione e la calunnia”.
Il Santo Padre ha augurato a tutti i presenti “di lavorare bene, e di mettere fiducia e speranza nel vostro lavoro, per poterla anche trasmettere: ce n’è tanto bisogno!”, ed ha concluso auspicando che dirigenti e dipendenti Rai “sappiano sempre porsi al servizio della crescita umana, culturale e civile della società”.