Ognuno di noi dinnanzi allo sfascio attuale non può lamentarsi, senza prima aver fatto un accurato esame di coscienza. Ma io, da cristiano, ho fatto quello che potevo fare? Sono stato capace di tramutare in azioni quotidiane il mio sentire nella Parola, affidandomi alla volontà del Padre? Ho chiesto nella preghiera di essere visitato dallo Spirito Santo, per divenire vero strumento del Signore nella storia, che mi passa davanti agli occhi? Sono forse caduto nelle mani di una società che non crede in Dio? Ho forse anch’io cercato di investire sulla creatività terrena dell’uomo, senza partecipare alla salvezza del mondo attraverso la verità evangelica? Io penso che il cammino da fare è lungo, ma necessario e non più rinviabile. Il mistero di Dio non sarà mai inglobato in una formula matematica, ma può essere conosciuto nel momento in cui saremo capaci di percepire in esso l’arcano presente in ognuno di noi. Il mistero si vive, non si esplica in una formula. Lo si attiva appena si è in grado di rispondere con discernimento e senza veli alle domande prima formulate! In coscienza bisogna dire che più volte abbiamo tradito il nostro futuro; accordato deleghe eccessive ed interessate; fatte poche azioni illuminate da parte nostra; affidata oltre misura la fiducia a terzi, senza conoscerli nella loro vera dimensione sociale e spirituale, magari senza Cristo!
Ma può salvarci chi non sente Cristo nel suo cuore e nella sua mente? Può cambiare la storia, nella giustizia e nella verità, chiunque si leghi ad una visione strettamente empirica della vita umana? È vero credente ognuno che si vincola ad un qualsiasi fenomeno religioso, capace forse di rallentare in apparenza delle ansie quotidiane? Con quali risultati sarà in grado di partecipare alla salvezza del mondo, immaginando una redenzione relativa e soggettiva, necessaria solo ad autoassolversi, per poi stare negli stessi errori? Avrà la capacità di farlo rimanendo fuori dalla conversione che cambia la vita, senza entrare nella volontà del Padre? Nessuno, in realtà, chiede l’aiuto dello Spirito Santo, se non dietro la spinta di un sacerdote durante una funzione religiosa! Siamo credenti della domenica, per tornare in settimana alle convenzioni degli uomini, fatte apposta per imbrigliare la volontà e la libertà dell’essere umano, non certo per farlo emergere nelle sue grandi potenzialità interiori. L’uomo è oggi manipolato dai mercati, dai media, dai poteri forti, dai tanti vitelli d’oro, dall’illusione di una autonomia che non ha. Ma essere nella volontà del Padre, potrebbe dire qualcuno, non significa forse rinunciare alla propria libertà personale, per essere strumento passivo nelle mani altrui, pur se divine?
Assolutamente no! Cristo dopo essersi immerso nel Giordano e lavato dalla sua materialità, si affida completamente al Padre, non per fuggire dalla sua dimensione storica, ma per redimerla, purificarla, elevarla, tutelarla dalle insidie demoniache, oggi al primo posto nelle classifiche delle tentazioni umane. Il vero cristiano che segue la via di Cristo non perde così la sua consapevolezza, non diventa burattino di una forza suprema che lo risucchia nel suo disegno, ma si candida a continuare l’opera di Dio sulla terra. Si espone nella più ampia possibilità umana di riscrivere la storia, per far emergere il vero volto della giustizia, della fraternità, della pace, del benessere materiale e spirituale. Diventa protagonista per la salvezza dell’altro e si appresta a conoscere il vero senso del concetto di libertà e di autonomia, sempre venduto a parole dall’uomo, ma mai concesso nel suo valore supremo. La vera libertà e l’effettiva autonomia di azione e di pensiero prendono forma e diventano carne viva, solo se l’uomo è in grado di compiere sulla terra il Verbo del Signore, la Sua giustizia, la Sua verità. Elementi essenziali che, nel vangelo di Cristo, trovano la loro forma antropica, per consentire ad ognuno di noi di poterli attuare nella propria quotidianità. È l’entrare nella volontà del Padre, come ha fatto Cristo, che ci rende capaci di realizzarci come uomini nella più libera manifestazione possibile sulla terra! Infatti si può essere nella volontà divina, solo se si tende alla libertà e alla verità! Fuori di essa, c’è solo il mondo costruito degli uomini che serve a realizzare gli interessi tutti materiali di una parte di essi, utilizzando la spinta e la speranza di ognuno che cerca e desidera di costruirsi un futuro migliore. Dice Mons. Costantino Di Bruno: ”È facile trasformare la missione divina in missione antropologica, di accondiscendenza, di giustificazione di questa o quell’altra condizione umana. Difficile è dare ad ogni condizione il Vangelo della vita…..che rinnova mente e cuore e innalza l’uomo fino a Dio, ne fa un vero suo figlio”. In questa difficoltà c’è però la via che porta alla volontà del Padre e che libera!
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