Saranno i Bovari a conservare per il 2014 la bandiera di Sant’Antonio. Il passaggio di consegne è avvenuto, questa mattina, venerdì 17 gennaio, ricorrenza canonica di Sant’Antonio Abate, nella chiesa dedicata al Santo anacoreta egiziano e retta dai Carmelitani, al termine della solenne messa presieduta da padre Simone Gamberoni. Una consegna che è soprattutto un onore ed un onere tanto da impegnare il “festarolo”, colui che la porta in processione e nelle occasioni importanti, e la rispettiva compagnia a coltivare il culto di Sant’Antonio, promuovendone il retto esempio nei fedeli e nell’intera comunità cittadina. “E’ una festa che è entrata nella nostra vita” ha affermato monsignor Felicetto Gabrielli, vicario generale della curia prenestina, nella messa da lui presieduta in tarda mattinata, aggiungendo che “è un Santo che ci dà indicazioni sulla nostra vita, sul nostro popolo. Egli ci indica la giustizia, l’amore per il prossimo” e concludendo “affidiamoci a lui nel rinnovamento della nostra fede”.
La messa di primo mattino celebrata dal padre Gamberoni, parroco di sant’Antonio Abate, ha riunito in chiesa i moltissimi fedeli delle tre compagnie, Bovari, Mulattieri e Carrettieri, che animano la festa ed il culto. Qui vi è stato il momento dell’ufficiale consegna della bandiera, quest’anno ricevuta da Walter Aleandri, nonché dell’altrettanto solenne incensatura della statua del Santo Patrono, mentre i fedeli scandivano l’orazione “Gloriosissimo S. Antonio, esempio luminoso di penitenza e di fortezza cristiana, ardente zelo per la salvezza delle anime e di carità per il bene del prossimo, voi che otteneste da Dio la speciale virtù di liberare l’aria, la terra, il fuoco e gli animali da ogni morbo e da ogni malefica influenza, fate che con una santa vita imitiamo le vostre eroiche virtù”.
Padre Simone Gamberoni ha voluto sottolineare nel ricordare la figura del Santo anacoreta che “questo grandissimo amore in Dio si concretizza nel lavoro”. Nel caso di Palestrina questo concetto ha un fondamento pratico e storico legato proprio alle tre compagnie, oggi moderne associazioni, dei Bovari, dei Carrettieri e dei Mulattieri, che dal ‘500 hanno motivato la propria esistenza con il culto e la festa di Sant’Antonio Abate, il taumaturgo in grado di salvaguardare i loro animali da “ogni morbo”. La ricorrenza di sant’Antonio è anche e soprattutto una festa degli animali che vengono portati in corteo per ricevere assieme al proprietario l’immaginetta sacra e la benedizione del parroco. Nella versione moderna dei festeggiamenti a sfilare per l’intera giornata, oltre ai cavalli ed agli altri animali, sono anche le automobili, i camion ed i veicoli a motore, che hanno preso il posto delle antiche bestie da soma, rimanendo, pur tuttavia, quel significato di connubio tra uomo ed animale, l’uno e l’altro indispensabili alla reciproca sopravvivenza. Se in altre comunità, questo senso si è perso o affievolito, a Palestrina ha mantenuto una propria vivacità ed attualità tanto che la festa di Sant’Antonio Abate coinvolge tutti e fa del 17 gennaio un giorno importante dell’anno liturgico.