Le campane tibetane nella liturgia

Risponde padre Edward McNamara, L.C., professore di Teologia e direttore spirituale

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Questa settimana, padre McNamara affronta una domanda posta da un lettore statunitense.

Nella nostra parrocchia durante la Quaresima una campana tibetana buddhista viene usata all’inizio della Messa al posto del canto d’ingresso. Secondo Wikipedia, le campane tibetane vengono “molto usate per fini religiosi, per i riti e le meditazioni“. Non mancano i siti Internet che sottolineano l’energia positiva emessa da queste campane tibetane e l’effetto benefico che hanno le loro vibrazioni sulla mente umana. So che gli strumenti devono venire da qualche parte, ma usare campane tibetane a me sembra introdurre una spiritualità diversa dal cattolicesimo nella liturgia. Quindi la mia domanda è questa: è opportuno usare campane tibetane o simili in una Messa cattolica? — C.A., Texas (USA)

Tecnicamente parlando le campane tibetane sono una sorta di campana statica (o a terra), che – come spiega il nostro lettore – sono utilizzate soprattutto nella tradizione religiosa buddhista.

Per quanto riguarda la loro legittimità nella liturgia cristiana dobbiamo in primo luogo ricordare che l’introduzione di nuovi strumenti musicali nella liturgia non va lasciata alla libera fantasia dei musicisti o anche dei parroci locali. La sede appropriata per approvare nuovi strumenti musicali è la Conferenza episcopale. L’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGRM) afferma al n° 393:

“393. Considerando il posto eminente che il canto ha nella celebrazione, come parte necessaria e integrale della Liturgia, è compito delle Conferenze Episcopali approvare melodie adatte, specialmente per i testi dell’Ordinario della Messa, per le risposte e le acclamazioni del popolo e per riti particolari che ricorrono durante l’anno liturgico.

“È loro competenza, inoltre, giudicare quali forme musicali, quali melodie e quali strumenti musicali sia lecito ammettere nel culto divino, perché siano veramente adatti all’uso sacro o possano adattarvisi”.

Nel caso degli Stati Uniti d’America, la conferenza episcopale, se da un lato ha riservato un posto d’onore all’organo a canne, ha consentito l’introduzione di alcuni altri strumenti musicali. Nel loro documento Sing to the Lord, del 2007, i vescovi cattolici degli USA affermano:

“89. Tuttavia, dai tempi in cui l’Arca dell’Alleanza era accompagnata in processione da cembali, arpe, cetre e trombe, il Popolo di Dio ha, in varie epoche, usato una varietà di strumenti musicali per cantare la sua lode. Ognuno di questi strumenti, sorti dalla cultura e le tradizioni di un popolo particolare, ha dato voce a una grande varietà di forme e stili attraverso cui i fedeli continuano a unire le loro voci a questo inno di lode perfetto alla Croce”.“90. Molti altri strumenti arricchiscono anche la celebrazione della Liturgia, come gli strumenti a fiato, a corda o a percussione, ‘secondo l’uso locale di lunga data, a condizione che siano veramente idonei per uso sacro o possono essere resi idonei’”.

La grande ricchezza di tradizioni culturali e religiose cattoliche presenti negli Stati Uniti forse spiega perché i vescovi abbiano deciso di non fare un elenco degli strumenti approvati.

Il criterio di “uso locale di lunga data”, tuttavia fornisce un buon punto di riferimento per stabilire l’idoneità di uno strumento musicale. Sulla base di questa norma appare opportuno consultarsi con l’ufficio liturgico competente prima di introdurre una novità, come la campana tibetana.

La seconda regola – quella per cui lo strumento debba essere “veramente idoneo o può essere reso idoneo” – costituisce anche un invito alla prudenza e alla cautela prima di agire. Di nuovo, è necessario che un parroco consulti le autorità competenti per quanto riguarda questa idoneità o appropriatezza prima di introdurre uno strumento.

Mentre gli strumenti musicali possono essere abbastanza neutri in se stessi, le loro connotazioni sociali e religiose forniscono ai vescovi gli elementi per giudicare l’idoneità liturgica.

Ad esempio uno strumento musicale fortemente identificato con la musica profana o con situazioni profane come la danza o il teatro sarà probabilmente escluso se il suo utilizzo nella liturgia dovesse suscitare spontaneamente delle associazioni mentali tutt’altro che sacre tra i fedeli.

Gli strumenti associati con le religioni non-cristiane vanno valutati con attenzione per evitare che il loro uso venga interpretata secondo una chiave relativista o sincretista.

Nel caso della campana tibetana, nel suo contesto originale la musica ha una funzione religiosa ben precisa che potrebbe anche essere valutata estranea alla natura della preghiera cristiana.

Non dispongo di informazioni sufficienti per poter affermare personalmente che questo sia il caso. Ciò che voglio dire è che queste domande meritano uno studio attento prima di prendere qualsiasi decisione.

Il documento dei vescovi statunitensi offre anche qualche consiglio per quanto riguarda l’uso corretto della musica strumentale:

“91. Anche se nella liturgia cristiana gli strumenti vengono utilizzati principalmente per guidare e sostenere il canto dell’assemblea, coro, salmista e cantore, possono anche, se appropriato, essere suonati da soli. Tale musica strumentale può accompagnare l’assemblea radunata nella preparazione alla liturgia nella forma di un preludio. Può dare voce ai sentimenti del cuore umano attraverso brani eseguiti durante la liturgia e postludi dopo la liturgia. Gli strumentisti devono ricordare che la liturgia invita a significativi momenti di riflessione silenziosa. Il silenzio non deve sempre essere riempito.

“92. Strumentisti sono incoraggiati a suonare brani scelti dal tesoro della musica sacra di compositori di varie epoche e culture. Inoltre, quelli con il talento e la formazione necessari sono incoraggiati ad improvvisare…”.

Di nuovo, l’uso di una campana tibetana probabilmente non verrà ritenuto come parte integrante del “tesoro della musica sacra” da utilizzare nella liturgia cristiana.

Infine, il nostro lettore sottolinea che la campana tibetana viene utilizzata durante la Quaresima, cioè proprio il tempo liturgico in cui la musica puramente strumentale è espressamente esclusa. L’OGRM dice infatti al n° 313: “In tempo di Quaresima è permesso il suono dell’organo e di altri strumenti musicali soltanto per sostenere il canto. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV di Quaresima), le solennità e le feste”.

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.orgSi chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono. 

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ZENIT Staff

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