La fantasia dell'amore

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Share this Entry

Lettura

Siamo solo al capitolo secondo di Marco e già abbiamo assistito a molte guarigioni di Gesù, ma quella che il brano odierno ci presenta, è originale per l’iniziativa irriverente (scoperchiano il tetto di una casa!), di chi si accosta al Maestro. L’amore non ha formalità di fronte all’amico malato! Questo ha stupito Gesù, perché la sincerità della loro fede era fondata sull’amore! Impariamo oggi l’audacia di questi amici, il coraggio e la fiducia del paralitico, lo stupore della folla, ma anche la possibile durezza dei farisei, incapaci di aprire gli occhi all’amore. 

Meditazione

A Cafàrnao Gesù ha già operato molte guarigioni: la fama che lo precede è tale che, quando vi ritorna, subito la folla cui Egli annuncia la Parola è enorme. L’impossibilità di raggiungere Gesù, a causa della ressa, scatena la creatività dei quattro amici del paralitico. Questi sono animati da un solo desiderio: che il paralitico incontri Gesù. Compiono così qualcosa di inatteso, imprevisto e non propriamente corretto. La carità diventa creatività quando tra un vero desiderio e l’oggetto del desiderio c’è un ostacolo che rende impossibile il suo raggiungimento. La carità diventa attesa feconda: i santi desideri, infatti, crescono col protrarsi del tempo. Se invece nell’attesa si affievoliscono, è segno che non erano veri desideri (san Gregorio Magno, Omelia 25,1-4). Il loro desiderio riguarda un altro, il loro agire è senza tornaconto. Dopo aver permesso l’incontro, i quattro uomini non appaiono più nel racconto. Con loro assumono valore tutte le fatiche che non fanno notizia ma che sono note a Dio! Anche Gesù compie qualcosa d’inaspettato: prima perdona i peccati del paralitico, poi guarisce la sua paralisi. Gesù fa sempre qualcosa in più quando vede fede! Per questo non riesce a toccare il cuore dei farisei e degli scribi, chiusi nelle loro considerazioni, scandalizzati da Gesù. Dopo la guarigione Gesù dice al paralitico “prendi la tua barella e va’ a casa tua”: è giunto portato su di essa e dopo l’incontro con Gesù la porta via da solo, senza l’aiuto di alcuno! Ma a cosa gli serve ora? A non dimenticare mai come Gesù ha trasformato la sua vita, e che la sua malattia è stata fonte non solo di dolore, ma possibilità di incontro col Salvatore. 

Preghiera

«Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. Signore, mio Dio, a te ho gridato e mi hai guarito. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi… Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia perché ti canti il mio cuore, senza tacere; Signore mio Dio, ti renderò grazie per sempre» (Salmo 30,2-3. 12-13). 

Agire

Farò un gesto di carità che davvero mi costa, o che può scandalizzare chi mi conosce (ho mai salutato o ascoltato il barbone che incontro tutte le mattine?). 

Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Romatratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione