Alla ricerca dell'ecumenismo spirituale

Ricevendo la delegazione ecumenica della Chiesa Luterana finlandese, il Papa esorta a non desistere dalla sforzo ecumenico e a concentrarsi sul centro della fede che è l’amore di Dio

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È ormai un appuntamento fisso l’udienza del Successore di Pietro con la delegazione Ecumenica della Chiesa Luterana di Finlandia. Da 25 anni infatti i Papi – Giovanni Paolo II prima, Benedetto XVI poi – accolgono in Vaticano questi “fratelli e amici di Finlandia”, venuti a Roma per l’annuale pellegrinaggio ecumenico che celebra la Festa di Sant’Enrico, patrono del Paese. Anche Francesco si è inserito in questa lunga tradizione ricevendo, stamane, la delegazione ecumenica.

Il Papa dà il suo caloroso benvenuto citando San Paolo nella Lettera ai Romani: Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo. Ricordando ancora l’Apostolo, ripropone poi la sua domanda ai membri della comunità di Corinto, “segnata da divisioni”: Cristo è stato forse diviso?.  È lo stesso interrogativo scelto come tema della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, al via da domani – dice Bergoglio – e che oggi viene rivolto anche a noi.

Perché, denota il Papa, ci troviamo “davanti ad alcune voci che non riconoscono più come obiettivo perseguibile la piena e visibile unità della Chiesa”. Allora “siamo invitati a non desistere nel nostro sforzo ecumenico, fedeli a quanto lo stesso Signore Gesù ha invocato dal Padre: che tutti siano una cosa sola”.

Soprattutto nel tempo attuale, e soprattutto in Europa, prosegue Francesco, “il cammino ecumenico e le relazioni tra i cristiani stanno attraversando significativi cambiamenti, dovuti in primo luogo al fatto che ci troviamo a professare la nostra fede nel contesto di società e culture dove è sempre meno presente il riferimento a Dio e a tutto ciò che richiama la dimensione trascendente della vita”.

È necessario, pertanto, che “la nostra testimonianza si concentri sul centro della nostra fede, sull’annuncio dell’amore di Dio che si è manifestato in Cristo suo Figlio”, insiste il Santo Padre. Bisogna dunque promuovere quell’“ecumenismo spirituale” che sgorga “direttamente dal comandamento dell’amore lasciato da Gesù ai suoi discepoli”, e che permette di “crescere nella comunione e nell’unità”.

Già il Concilio Vaticano II – rammenta Bergoglio – nella Unitatis redintegratio faceva riferimento a questa dimensione, e affermava: «Questa conversione del cuore e questa santità di vita, insieme con le preghiere private e pubbliche per l’unità dei cristiani, devono essere considerate come l’anima di tutto il movimento ecumenico e si possono giustamente chiamare ecumenismo spirituale».

“L’ecumenismo è infatti un processo spirituale, che si realizza nell’obbedienza fedele al Padre, nel compimento della volontà di Cristo e sotto la guida dello Spirito Santo”, conclude il Vescovo di Roma. E, prima di impartire la benedizione apostolica sui cristiani in Finlandia e su tutto il Paese, rivolge ai presenti un’ultima raccomandazione: “Invochiamo senza stancarci l’aiuto della grazia di Dio e l’illuminazione dello Spirito Santo, che ci introduce nella verità tutta intera, portatrice di riconciliazione e di comunione”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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