Sono trascorsi 800 anni da quando San Francesco d’Assisi si recò in pellegrinaggio verso la tomba dell’Apostolo Giacomo, per riscoprire, come tanti altri pellegrini di ogni tempo, “passo dopo passo, il significato di vivere per Dio, di camminare e aprire orizzonti nuovi partendo dall’esperienza del suo amore”. E’ questa la premessa che apre oggi le celebrazioni dell’ottavo centenario del viaggio del Poverello a Santiago di Compostela.
Nella chiesa dedicata al Serafico, a Santiago, verrà celebrata oggi una Solenne Eucaristia inaugurale presieduta dal cardinale Carlos Amigo Vallejo e concelebrata dall’arcivescovo di Santiago di Compostela, mons. Juliàn Barrio, oltre che dal segretario della Congregazione per l’Istituti di Vita Consacrata e Società Apostoliche, mons. José Rodríguez Carballo, fino a pochi mesi fa, ministro generale dei Frati Minori, e dal ministro generale della Provincia francescana di Santiago, fra José Antonio Castiñeira Chouza.
Quest’ultimo, nella sua lettera d’invito, ha esortato i fedeli a partecipare agli atti celebrativi, per ricordare il messaggio di San Francesco che, come quello del Vangelo, “è più che mai valido e attuale”. “La forza profetica di Francesco – ha scritto il ministro – non è quella della parola, ma della vita. Uomo di Chiesa che costruisce la Chiesa dentro la Chiesa, e uomo di mondo che costruisce il mondo a partire della ricerca della dignità per tutti, la solidarietà, la giustizia, la pace e il rispetto della diversità con una nuova forma di comprendere la natura e la creazione”.
Tra le numerose attività organizzate dalla famiglia francescana a Compostela, sicuramente l’evento più atteso è quello previsto l’ultima settimana di marzo, ovvero l’apertura del convento di Santiago e la consegna della “Cotolaya”, una sorta di certificato francescano per tutti i pellegrini che arriveranno a Santiago di Compostela seguendo le orme del Santo Poverello.