"Palestinesi e israeliani hanno disperatamente bisogno di pace"

I vescovi di Nord America, Canada, Sudafrica ed Europa, di ritorno dal viaggio in Terra Santa, ribadiscono l’appello alla pace ed esortano i politici a diventare “leader di speranza, non di ostruzione”

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Un appello di pace e l’esortazione a continuare a pregare incessantemente per tutti i laici e i religiosi operanti nelle zone difficili della Terra Santa, in particolare a Gaza. Si è conclusa così, oggi a Gerusalemme, la tradizionale visita del gruppo di coordinamento delle Conferenze Episcopali di Nord America, Canada, Sudafrica ed Unione Europea, a sostegno della Chiesa Cattolica e dei cristiani nella Terra Santa. 

Raccontano i vescovi: “Siamo venuti in Terra Santa per pregare e sostenere la comunità cristiana e la causa della pace. A Gaza abbiamo visto la profonda povertà del popolo e la presenza coraggiosa delle piccole e vulnerabili comunità cristiane”. Questa terra, proseguono, “è un disastro causato dall’uomo, uno scandalo scioccante, un’ingiustizia che chiede a gran voce alla comunità umana una risoluzione”.

I presuli chiedono pertanto ai leader politici di diventare “leader di speranza, non persone di ostruzione” e di fare tutto il possibile per migliorare la situazione umanitaria della popolazione, in modo da assicurare “l’accesso alle necessità di base per una vita dignitosa, possibilità di sviluppo economico e libertà di movimento”. Ricordano quindi le parole di Papa Francesco rivolte recentemente al Corpo Diplomatico: “E’ positivo che siano ripresi i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi e faccio voti affinché le Parti siano determinate ad assumere, con il sostegno della Comunità internazionale, decisioni coraggiose per trovare una soluzione giusta e duratura ad un conflitto la cui fine si rivela sempre più necessaria e urgente”. 

“Nella situazione apparentemente senza speranza di Gaza”, tuttavia, raccontano ancora i vescovi del Coordinamento, “abbiamo incontrato persone di speranza. Siamo stati incoraggiati dalla nostra visita a piccole comunità cristiane, che giorno dopo giorno, attraverso molte istituzioni, raggiungono con compassione i più poveri tra i poveri, musulmani e cristiani”.

Quindi, l’invito a non smettere di pregare “per sostenere i sacerdoti, i religiosi e i laici che lavorano a Gaza. Essi esercitano un ministero di presenza, si prendono cura dei bambini disabili e degli anziani, e educano i giovani. La loro testimonianza di fede e amore ci ha dato speranza”. Con questo lo spirito è possibile affrontare il momento presente e combattere per portare la pace: “Una pace – scrivono i vescovi – che può essere costruita solo sulla giustizia e l’equità per entrambi i popoli”, e di cui “palestinesi e israeliani hanno disperatamente bisogno”. (S.C.)

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ZENIT Staff

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