Il disegno di legge dell’onorevole Ivan Scalfarotto, in cui la presunta difesa dei diritti delle persone che praticano l’omosessualità richiede la soppressione della libertà di opinione, suscita alcune riflessioni.
Noto con molto dispiacere come alcune correnti ideologiche riescano a condizionare le leggi, lo Stato e parte dell’opinione pubblica nel favorire interressi personali, egoistici e riduttivi, utilizzando in maniera scorretta e subdola la richiesta di ‘diritti’.
Convenzioni internazionali, costituzioni, leggi hanno sempre riconosciuto e non creato diritti. Oggi l’ipertrofica attività legislativa fa sospettare che non vi sia più un riconoscimento, ma una creazione di nuovi “diritti dell’uomo” da parte delle istituzioni.
Il sospetto è fondato su una questione semplice e ben comprensibile: se io ho un’idea dell’uomo ben definita allora “riconosco” ciò di cui ha bisogno l’uomo e ciò da cui deve essere tutelato.
Ma cosa succede se il concetto di “uomo” non è lo stesso per tutti? Ecco, questa è la situazione odierna.
Gli umani dovrebbero essere consapevoli che il concetto di ‘persona’, sta rischiando di essere stravolta in funzione di particolari interessi di tipo sessuale.
Con il rischio che i diritti dell’uomo esulino dalla Dichiarazione Universale riconosciuti dagli Stati e diventino espressione di mere esigenze di gruppi di pressione che vengono tradotte in legge, atti amministrativi o sentenze.
Diritti imposti per legge, che esulano dal diritto naturale e il più delle volte rispondono a capricci, desideri, situazioni che anche il più distratto studente di giurisprudenza del primo anno riterrebbe giuridicamente irrilevanti!
Ma come è possibile che siamo arrivati a legiferare i desideri più stravaganti, quando si parla di libera interruzione di gravidanza, matrimoni gay con diritto alle adozioni, affitto degli uteri, manipolazione e utilizzo eugenetico degli embrioni?
Quando papa Benedetto XVI ha parlato di principi non negoziabili, ha spiegato che sono tali proprio perché il negoziare su di essi è compromettere la dignità dell’uomo.
Il problema per i cattolici è quello di discernere con giudizio, distinguendo il male dalle vittime del male. Evitando di identificare la posizione ideologica con la persona che la sostiene. Insomma distinguendo il peccato dal peccatore.
Per discernere e rispondere in maniera evangelica ci aiuta la contemplazione della Passione di Nostro Signore, la devozione al Suo Sacro Cuore e alla Divina Misericordia.
L’esperienza dimostra che la salvezza e la pace non si trovano nelle ideologie che esaltano gli interessi di alcuni e che pretendono l’acquisizione di diritti particolari in contrapposizione alla famiglia naturale.
L’uomo non è un Dio che si può salvare da solo creandosi un suo Olimpo. In realtà l’uomo è ferito, proprio perché originariamente ha voluto essere un dio con le sue sole forze.
È caduto e ha bisogno di essere salvato. Sono le piaghe di Gesù, aperte sulla Croce, che possono riscattare il mondo dalla morte eterna e per dargli la vita, sono esse che ottengono misericordia e perdono alle anime che si perdono. Da esse scaturiscono luce, forza, amore per tutte le anime.
L’uomo non ha bisogno di ideologie che dicono che può realizzare tutto ciò che vuole, non ha bisogno di veder chiamato diritto ogni suo desiderio (e quale legislatore potrebbe legiferare il nostro desiderio di infinito?!).
L’uomo ha bisogno di esser chiamato alla realtà, di riconoscere la sua miseria ma allo stesso tempo di sapere di essere amato. Ha bisogno di comprendere che non si può salvare da solo ma può essere salvato da Dio che è Giusto e Misericordioso.
Ha bisogno anche di chiamare le cose con il loro nome: la dignità dell’uomo sta nel non ridurlo a bestia né elevarlo a superuomo, ma nel riconoscerlo persona degna di essere amata soprattutto per la sua debolezza.
La porta della Divina Misericordia ci è aperta dalla Chiesa che, senza occhiali ideologici, ha il coraggio di amare il peccatore e di disprezzare il peccato.